Un eroe borghese: Michele Placido

In alto a sinistra il vero Giorgio Ambrosoli e a destra il figlio UmbertoL'eroe borghese (1995) è l'avvocato Giorgio Ambrosoli e il film è diretto e interpretato da Michele Placido nella parte del maresciallo della guardia di finanza Silvio Novembre e da Fabrizio Bentivoglio nella parte di Ambrosoli.

La sceneggiatura è basata sul libro di Corrado Stajano (con il medesimo titolo) e reca come sottotitolo un giudizio verità: il caso dell'avvocato Giorgio Ambrosoli assassinato dalla mafia politica. Di questo si tratta.

Ambrosoli fu assassinato sotto casa nella notte tra l'11 e il 12 luglio del 79; erano tempi di terrorismo e l'episodio fu archiviato da ciascuno di noi, anche da quelli politicamente più attenti, come una delle tante cose dolorose e spiacevoli che accadevano.

La vicenda è molto complessa perché l'impero di Michele Sindona era intrecciato con la mafia italo americana, lo IOR di Marcinkus, i traffici di Roberto Calvi, la loggia P2, la DC di Andreotti, ambienti della banca d'Italia. I dettagli, come sempre, li potete leggere su Wikipedia per Ambrosoli ma anche per Sindona. Il film può essere visto su Youtube dove è presente in 7 distinti spezzoni.

In sintesi, siamo nel 1974 e la banca d'Italia decide di intervenire sullo stato della Banca Privata Italiana e nomina Giorgio Ambrosoli commissario liquidatore.

Ambrosoli è un borghese laico che, nel testamento scritto nel 1975 dice di sè, rivolgendosi alla moglie: Ricordi i giorni dell'Umi, le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici.

L'Umi era l'Unione Monarchica Italiana e il figlio prediletto, oggi candidato del centro sinistra per la Regione Lombardia, si chiama Umberto: «Umberto non darà problemi: ha un carattere tale ed è così sveglio che non potrà che crescere bene».

Il film è accurato nella ricostruzione del lavoro di Ambrosoli nel ricostruire il castello di controllate messo in piedi da Sindona e le tecniche usate per avere un controllo senza oneri e per ungere le ruote del carro. In una delle prime scene il marescialllo Silvio Novembre si presenta presso la sede milanese della Banca e scopre quel che cercava: dietro una libreria c'è nascosta la stanza segreta con i documenti che riguardano la "Fasco" la interfaccia tra le attività legali e quelle illegali.

In Italia ci sono Ambrosoli, le scene in banca e quelle in famiglia, negli USA c'è MIchele Sindona, all'inizio tranquillo e poi sempre più preoccupato sino alla scelta di assoldare un killer. A proposito di Sindona segnalo due curiosità:

  • l'attore scelto per interpretarlo è più pacioso dell'originale ed ha una vaga somiglianza con PierLuigi Bersani (incluse le rughe frontali)
  • verso la fine del film Sindona in occasione di un brindisi, dopo che ha già assoldato il killer, pronuncia un discorso sui comunisti e io amo questo paese che mi pare di avere già ascoltato in altri contesti