Il figlio più piccolo: Pupi Avati

Il figlio più piccolo (2010) l'ho visto presentare da Christian De Sica alla trasmissione di Fabio Fazio al momento della sua uscita e mi colpì l'entusiasmo con cui l'attore (noto ormai solo per i cinepanettoni) ne parlava. Fu anche l'occasione per parlare di cinema, di impegno civile e di giovani attori esordienti (Nicola Nocella viene dal Centro Sperimentale di Cinematografia).

Pupi Avati ci ha fatto tutto (produzione, regia, soggetto – da un suo romanzo e sceneggiatura) e ancora una volta ci parla dell'Italia senza far riferimento a specifici fatti di cronaca ma lavorando sul nostro costume nazionale. Il film è anche andato abbastanza bene al botteghino (oltre 2 milioni) ma siamo lontani dalle schifezze ad incasso andate oltre i 20 milioni.

I protagonisti sono i quattro della locandina:

  • Luciano Baietti (Christian De Sica) è un pataccaro di bell'aspetto che in altri tempi sarebbe stato interpretato da Alberto Sordi: cinico, frivolo e poco intelligente. Dopo una lunga convivenza in cui ha fatto due figli (Paolo e Baldo) sposa Fiamma (Laura Morante) per accedere al suo patrimonio immobiliare, tarsferirsi da Bologna a Roma e buttarsi nei grandi affari (politica, corruzione, società modello scatole cinesi, evasione fiscale, …)
  • Il professor Sergio Bollino (Luca Zingaretti) è il braccio e la mente delle truffe: una ne fa e cento ne pensa. E' lui che si presenta al primo matrimonio di Luciano e se lo porta via non prima di aver fatto firmare a Fiamma i documenti necessari ad appropriarsi del capitale
  • Fiamma è soprannominata scemina. Bella ed elegante, come sa essere Laura Morante, interpreta un personaggio assurdo: un po' hippy e tanto credulona, sempre pronta a giustificare e perdonare le nefandezze che Luciano le combina; una moglie devota, che più devota non si può. Accanto a lei c'è anche una amica americana interpretata da una stagionatissima e ultrarifatta Sidney Rome (se ai tempi ci fosse stato il bifidus l'avrebbe fatto lei)
  • Baldo (Nicola Nocella) è Il figlio più piccolo: grassoccio, imbranatissimo, ingenuo, un po' (tanto) ritardato; sta finendo il DAMS e sogna di fare il regista con film assurdi e grotteschi. Ha l'ingenuità della madre e, a differenza del fratello più grande, che mantiene Fiamma e Baldo facendo il barista, è innamorato di quel padre che li ha lasciati a cui ha anche scritto senza mai ricevere una risposta.

Baldo viene coinvolto nella ennesima truffa di papà che, su suggerimento di Sergio, lo invita a fare da testimone dello sposo alle nuove nozze e che in realtà lo chiama per intestargli tutto (e cioè oltre 50 milioni di passività) nel momento in cui la baracca sta crollando. Naturalmente Luciano fa tutto uno spottone sulla mamma e sull'amoe filiale (deja vu nella vita reale).

Intorno a Luciano e Sergio ci sono altri personaggi tipici del sottobosco affaristico imprenditoriale: due avvocati nella parte del Gatto e la Volpe, l'addetto alle relazioni politiche, un notaio disposto a tutto, un cameriere autista che gli resterà fedele sino alla fine (Nazzareno), una segretaria grassa brutta e fedele cui sono intestate le quote di minoranza di alcune società della holding.

Il film è costruito sul racconto del crollo dell'impero di Luciano quando le protezioni politiche iniziano a scricchiolare. Sergio, persino dopo che Luciano è stato arrestato mentre sta per sposarsi con Dina Dasparro (imprenditrice e politica ammanicata), propone a Baldo una ennesima truffa fiscale di quelle tipiche degli esperti in bad company e good company. Non se ne farà nulla perché arriva la finanza e sigilla la sede della Baietti holding.

Baldo, così come Sergio, non perde la fiducia nel padre e lo aspetta all'uscita dal carcere  per riaccompagnarlo a Bologna. Luciano è stato cambiato profondamente dal carcere: è spento e rallentato. Ritorna da Fiamma e passerà il resto della vita, su uno squallido balconcino a sognare il successo mentre Baldo ricomincia a girare in vespa con la sua fiamma che monta e smonta le pellicole in una multisala.

Cosa mi ha colpito di più?

  1. Esistono davvero le donne come Scemina in grado di farsi distruggere ripetutamente da un uomo e continuare ad amarlo?
  2. Quante figure come Luciano e Sergio circolano in questo paese? Come ha detto qualcuno non mi preoccupa Berlusconi, mi preoccupa il Berlusconismo che è entrato dentro di me.

Il mio voto: 9 al film e alla interpretazione dei quattro protagonisti