Operazione Ogro: Gillo Pontecorvo

Operazione Ogro (1979) è il film che Gillo Pontecorvo ha dedicato alla minuziosa ricostruzione dell’attentato all’ammiraglio Carrero Blanco, primo ministro franchista e candidato alla successione a Francisco Franco.

Gillo Pontecorvo è il maggiore esponente del “cinema politico italiano”. Comunista, fratello minore del fisico Bruno, Gillo Pontecorvo allora diciannovenne emigrò a Parigi nel 1938 seguendo il fratello noto esponente del “gruppo Fermi” (poi passato in URSS) e, nell’ambiente dell’antifascismo parigino ebbe la sua formazione politica a contatto con i grandi intellettuali ed artisti antifascisti europei.

Ho visto più volte le sue tre opere più famose La battaglia di Algeri, Kapo e Queimada ma mi era sfuggito Ogro un film uscito, dopo numerosi travagli che ne avevano rallentato la produzione, nell’anno successivo al sequestro Moro con tutti i problemi legati al “terrorismo ammissibile”.

L’attentato fu organizzato dall’ETA, l’esercito separatista basco, attraverso la realizzazione di un tunnel di meno di un metro di diametro scavato dalla cantina di un laboratorio artigiano sino al centro della strada che l’auto di Carrero Blanco percorreva ogni giorno per portare l’ammiraglio dalla vicina chiesa, dove questi si recava ogni mattina per la messa, alla sede del ministero.

Il delfino di Franco fu letteralmente sbriciolato dalla esplosione che proiettò l’auto blindata al di là di un edificio di sei piani piani (vedi locandina) e sopravvisse solo qualche giorno. Il commando era composto da 4 militanti dell’ETA Ezarra (il capo dell’operazione interpretato da Gian Maria Volontè), Txabi (il più intransigente), Iker e Luken. Ma nel film ci sono anche due donne con funzioni di supporto logistico (Amaiur, la donna di Txabi, interpretata da Angela Molina) e Karmele.

Il film è tutto giocato sulla preparazione dell’attentato, sulle norme comportamentali del lavoro clandestino (regolarmente ignorate dall’idealista Txabi), sui drammi psicologici di ciascuno. La direzione dell’ETA aveva inizialmente scelto di rapire l’ammiraglio (non ancora primo ministro, ma considerato il sucessore in pectore del Caudillo) in vista di uno scambio con un centinaio di detenuti politici, mentre era stata votata e respinta l’idea dell’omicidio.

Nella fase iniziale del film, i sei individuano la “prigione del popolo” nel retro di un negozio di giocattoli e iniziano quella che nel gergo del terrorismo italiano sarà chiamata “L’inchiesta”. Carrero Blanco va a messa tutte le mattine in un contesto in cui sarebbe relativamente semplice la eliminazione e questo fatto scatena un contrasto tra Ezarra e l’amico di infanzia Txabi. La Spagna che viene descritta è apparentemente un paese normale in cui vige però una repressione durissima verso ogni forma di opposizione politica o sindacale. A Bilbao viene ammazzato dall’antiterrorismo il capo dell’ETA e ogni ipotesi di lotta sindacale viene repressa molto duramente.

Txabi mette a repentaglio l’operazione decidendo di andare a vedere uno sciopero di edili e soccorre un leader sindacale che, mentre invitava allo sciopero i lavoratori di un cantiere, viene brutalmente malmenato dalla polizia. Lo aiuta a fuggire con l’automobile usata dal suo gruppo e, dopo che questi è sceso dalla macchina, lo segue di  nascosto sino ad una chiesa dove si sta svolgendo una assemblea di scioperanti.

Di fronte alla necessità di insonorizzare la “prigione del popolo” va a cercare il sindacalista e gli propone di aiutarli. Questi capisce di avere a che fare con l’ETA e accetta di collaborare non prima di avere esternato a Txabi il suo dissenso con i metodi dell’ETA e avergli fatto notare che sta commettendo delle madornali leggerezze rispetto alle regole del lavoro clandestino e illegale.

La nomina di Carrero Blanco a primo ministro, con il conseguente potenziamento delle misure di sicurezza, rende impraticabile l’ipotesi del rapimento e si passa dunque a quella dell’attentato. Uno del gruppo si finge uno scultore (per rendere plausibile il rumore dovuto allo scavo), si affitta un atelier a ridosso della strada percorsa ogni giorno dall’auto dell’ammiraglio e inizia il difficile lavoro di predisposizione del tunnel. L’esplosivo arriva da Bilbao portato da Amaiur  e, alla fine, va tutto come previsto.

Caduto il franchismo le strade dei protagonisti si separano; Txabi ritiene che non sia cambiato nulla e continua l’attività terroristica; resta ferito mortalmente durante il tentativo di assassinio di due carabineros proprio quando Amaiur sta per organizzare un incontro con Ezarra. Il gruppo si ricostituisce davanti al letto di morte diTxabi che continua, sino alla fine, con la sua ossessione illuministico-volontarista di far cambiare il mondo e far cambiare le persone.

 


Il mio voto: 8