la coerenza e il potere
Gabriele Albertini ha appena annunciato in maniera pubblica che conferma di candidarsi con una lista autonoma alla presidenza di Regione Lombardia e rinuncia alla proposta di Berlusconi di candidarlo come capolista al Senato per la Lombardia.
Esprime il suo dissenso assoluto ad una alleanza-sudditanza (in qualsiasi forma) con la Lega che ritiene essere un movimento con connotati demagogici e programmi politici populistici ed antieuropei. Gli eredi di De Gasperi Schuman Adenauer poss ono allearsi con chi raccoglie le firme per indire un referendum per uscire dall'euro?Ciò può essere dettato da ragioni di convenienza elettorale, certo non di coerenza politica. Il potere, mi hanno insegnato, è un mezzo e non un fine del nostro servire le istituzioni.
Dopo averlo ringraziato per avere detto e scritto che Albertini è una risorsa importante di cui non faremo a meno aggiunge: le circostanze non ti hanno consentito di adempiere a questo auspicio che mi aveva davvero inorgoglito e commosso. Lo comprendo e provo solo riconoscenza per averlo lasciato scritto dopo averlo detto. Anche se "da risorsa importante della quale non faremo a meno" sono diventato un "inconveniente" , capisco che lo scacchiere del potere muova così le sue pedine.
Albertini prosegue ribadendo, nell'interesse del PDL, la importanza della sua scelta di tenere duro confortato dall'appoggio di oltre 300 amministratori locali lombardi e ricorda a Berlusconi che fu proprio lui a dichiarare che la condizione per una ripresa del partito stava, nell'ordine, in persone credibili e programmi chiari e coerenti.
Mi sono dilungato con le citazioni perché Albertini non solo sta dando una lezione di serietà e coerenza a Berlusconi, ma lo sta facendo all'intero sistema politico e lo fa senza aspettare la mitica conferenza stampa di Monti di domani.
In Lombardia, a questo punto, lo scontro si fa duro e la fine dell'era Formigoni (anche se Formigoni sarà dietro Albertini) lascerà sul terreno molti caduti e determinerà molti cambiamenti.
La Lega terrà duro; per altro, oltre che l'alleanza in Lombardia con candidato Maroni, aveva chiesto la rinuncia di Berlusconi a favore di Alfano e dunque la Lega correrà da sola anche a livello nazionale.
Mi piace questa infilata di insuccessi del signor B perché essi avvengono su questioni di sostanza e marcano barriere invalicabili su questioni di moralità politica di cui tutto il sistema politico trarrà giovamento. Si tratta di comportamenti lontani anni luce dal pragmatismo obnubilato di Berlusconi (sa fa di tutto pur di continuare a condurre le danze) che in questo momento raccatta solamente l'appoggio del re delle giravolte a fini di potere Ignazio La Russa (e mi dispiace per Giorgia Meloni e per il liberale Crosetto).
Sarebbe bella una dichairazione dei candidati, di tutti i candidati: Il potere è un mezzo e non un fine del nostro servire le istituzioni.