Lo scafandro e la farfalla: Julian Schnabel

Lo scafandro e la farfalla (2007) ha avuto numerose nomination e ha vinto un premio per la regia a Cannes. Il film è basato sull'omonima monografia di Jean-Dominique Bauby, in cui Bauby descrive la sua vita dopo aver avuto un ictus all'età di 43 anni, che, bloccando il tronco encefalico, gli ha lasciato come unico mezzo di comunicazione con il mondo il battito della palpebra sinistra: facoltà intellettuali di pensiero 100%; e basta, niente parola, niente capacità di deglutire, respirazione assistita, nessun movimento, nemmeno della testa. Tecnicamente si parla di "locked-in".

Il film inizia con il risveglio e si chiude con l'ictus che lo prende mentre sta facendo provare al figlio maschio la sua nuova automobile. La scena mi ha ricordato le immagini di Berlinguer che pian piano cede proprio nel linguaggio durante il comizio a Padova in cui fu colpito da un ictus mortale.

Al risvegliolui crede di parlare e si accorge che nessuno lo sente; subisce la chiusura chirurgica della palpebra destra decisa perchè sono stati lesionati i meccanosmi di idratazione dell'occhio. Jean vorrebbe liberarsi da questa medicina che gli viene imposta senza nemmeno sentire il suo parere ma si accorge di essere totalmente impotente.

L'ortofonista inventa un pedatissimo, ma efficace metodo di comunicazione. Ripete, in ordine di frequenza nel francese parlato, le lettere dell'alfabeto e quando arriva quella giusta Bauby, sbatte le ciglia.

Il primo messaggio di Bauby è: voglio morire e la giovane a ppassionata ortofonista ha una crisi di nervi: Lei vuole morire! Ci sono persone che l’amano. Io la conosco appena ma lei già conta molto per me. Lei è vivo, quindi non mi dica che vuole morire. E’ una mancanza di rispetto, è osceno!

Lo scafandro è il corpo e la farfalla è il pensiero liberato dall'occhio. Nasce l'idea di un libro che descriva il suo stato. Dalle 5 alle 8 Bauby pensa e poi passa la giornata a collocare una lettera ogni 10 secondi. Fate voi il conto dello sforzo di concentrazione e del tempo. La decisione di dedicarsi al libro viene presa quando "Ho scoperto che oltre al mio occhio ci sono altre due cose che non sono paralizzate:  la mia immaginazione e la mia memoria: posso immaginare qualunque cosa, qualunque persona, qualunque luogo; farmi accarezzare dalle onde della Martinica, andare a trovare la donna che amo..oppure ricordarmi di me giovane e affascinante; questo sono io!"

Si riannoda il rapporto con l'ex moglie e i tre figli, quello con il padre (interpretato da Max von Sidow) mentre l'ultima donna non ce la farà ad andare da lui.

Bauby racconta di sè e Schnabel traduce in linguaggio cinematografico fino a rendere quasi ossessivi i primi piani sulla palpebra.

Non si prende posizione su eutanasia e stato degli handicap gravi coscienti di sè. Bauby è totalmente preso dai progetti. Ha ordinato un camper speciale che consenta alla farfalla di aprire nuovi orizzonti. Ma arriva una polmonite e Bauby muore solo 10 giorni dopo l'uscita del libro dopo aver passato un anno in quello stato.

Viene in mente Mare dentro e Ramon Sampero con i suoi 23 anni di immobilità. Secondo me la differenza è tutta qui: un anno contro ventitre. Grande rispetto per la vita ma anche grande rispetto per le decisioni delle persone.


Il mio giudizio: 8,5