riflessivisguaiati

L'attesa per le decisioni di Monti ha indotto nel mondo politico riflessioni serie e affondi sguaiati ma intanto il Corriere si è posto il problema di sentire cosa ne pensano gli elettori.

Metto nella lista degli sguaiati:

  • Maroni che dice sì alla alleanza con il PDL a condizione che si rompa con Monti e che la leadership sia di Alfano (come chiedere al semolino di scalfire il diamante)
  • Berlusconi che ormai, in nome della tattica, contraddice persino se stesso nell'ambito della stessa iniziativa (sono io il candidato, voglio Monti, se Monti non ci vuole sono io il candidato, il mio nome da solo ci ha fatto crescere di 3 punti, ….)
  • D'Alema che dopo aver lavorato per una alleanza con il centro pretende, in nome della morale, di decidere cosa debba fare Monti da grande (e si dimentica di quello che, non tanto tempo fa, disse di Renzi)

Metto tra quelli che riflettono:

  • Bersani che dimostrando di essere un innovatore ha ribadito quello che va dicendo da tempo: 1) noi corriamo per vincere e per governare 2) nella ricostruzione del paese si dovrà prestare attenzione a ciò che accade al centro ed essere disponibili ad una collaborazione 3) noi pensiamo che Monti si debba tenere libero da un eccesso di condizionamenti di schieramento perché la sua autonomia è un bene prezioso per l'Italia 4) comunque la decisione sul futuro di Monti spetta a Monti e non è nostro compito quello di blandire o di lanciare invettive

Secondo il sondaggio di Mannheimer su il Corriere il 44% degli elettori del PD auspica una presenza politica diretta di Monti (nel PDL solo il 20%). E' un dato su cui riflettere e che mi fa piacere. Vuol dire che nell'elettorato del PD i principi di responsabilità, attenzione all'Europa, senso di non autosufficienza sono così forti da venir prima dell'interesse elettorale. Ciò significa che se il PD vincesse molto bene ci sarebbe comunque una attenzione al coinvolgimento del centro sulle questioni più rilevanti (politica economica, riforma delle istituzioni, rapporto con l'Europa) rimanendo il PD libero di avanzare autonome proposte di riforma sulle questioni bioetiche e sui diritti. Nel caso in cui invece dalla urne dovesse uscire una componente moderata-centrista di peso tale da impedire la formazione di un governo autosufficiente di centro-sinistra ci sarebbe la possibilità di governare insieme, non solo per stato di necessità, ma per convinzione dell'elettorato.

E' favorevole ad una presenza diretta di Monti il 30% dell'elettorato e, tenuto conto della ostilità della destradipancia e del non gradimento da parte dell'establishment del PD, anche questo è un dato rilevante. Nonostante il segno negativo di alcuni indicatori vuol dire che una parte significativa dell'elettorato (che non è detto che voterebbe una lista Monti) è comunque grata al professore per quel che ha fatto, non si è dimenticata che un anno fa rischiava di saltare il banco e pensa che la presenza nel dibattito politico di chi ricorda "cose non gradite alla pancia" sia importante.

Dietro quel 30%, sul piano sociologico, ci sono dei cittadini di età centrale, con titoli di studio relativamente più elevati e anche questa non è una sorpresa. Sono quelli che quando accadono cose come il blocco di Taranto e il blocco persino dei semilavorati per reato di "lesa magistratura" il bene del paese venga prima di ogni altra cosa e si debbano salvare gli interessi dell'Italia e l'occupazione prendendo in 24 ore le decisioni che si devono prendere.