Mare dentro: Alejandro Amenábar
Mare dentro (2004) è un film che tratta di una vicenda vera, di suicidio assistito e di eutanasia e Alejandro Amenábar ha fatto da produttore, regista, sceneggiatore, montatore, creatore delle musiche dimostrandosi bravissimo in tutti i ruoli.
Sul fenomeno del suicidio dei malati in fase terminale o in genere dei malati senza prospettiva riabilitativa che ad un certo punto decidono di farla finita ho trovato solo questi dati di provenienza radicale e relativi all'Italia: 306 nel 2008, 319 nel 2007, 341 nel 2006, 328 nel 2005, 374 nel 2004, 378 nel 2003, 322 nel 2002, 262 nel 2001, 384 nel 2000. Si tratta, all'incirca di un suicidio al giorno, ma non se ne parla perché non fanno notizia. La sofferenza e la disperazione fanno notizia quando si creano le tifoserie (Englaro) o quando il suicida è un personaggio pubblico (Lucio Magri), come nel caso di Monicelli.
Javer Bardem (molto bravo ad invecchiarsi e a calarsi nella condizione di paraplegia) interpreta la parte di Ramon Sampedro un pescatore galiziano che, gettandosi da uno scoglio, sbaglia i tempi della risacca e, nell'impatto con la sabbia, si frattura la colonna in zona cervicale rimanendo paralizzato dalla testa in giù.
Ramon è accudito dalla cognata (taciturna, ma molto presente e affettuosa, una bella persona) nella casa del fratello (rapporto pessimo) dove vivono anche il padre ed un nipote adolescente.
Passa le sue giornate a letto a scrivere poesie con un bastoncino tra i denti e a pensare. Si appoggia ad una associazione che lo aiuta in una battaglia legale (perdente) a favore di una legge per l'eutanasia. Durante questa battaglia entra in contatto con due donne molto diverse che si innamorano di lui (o del suo stato).
- Julia (Belen Rueda) è una avvocatessa a sua volta malata di una malattia degenerativa delle arterie cerebrali (la CADASIL)che, dopo una crisi avvenuta nella camera di Ramon e dopo l'ennesima delusione della battaglia legale gli propone, al termine della riabilitazione, di lavorare insieme sulle sue poesie, pubblicarle e poi morire insieme. Non andrà così; Ramon riceverà la prima copia del libro ma nche la notizia che Julia si tira indietro.
- Rosa (Lola Duenas) è una giovane donna del popolo, divorziata, operaia e con due figli cui stare dietro, che instaura con Ramon uno strano rapporto di affetto, vicinanza, oltre che di opposizione all'idea del suicidio. E' come se l'esistenza di Ramon desse un senso alla sua vita; ma è Rosa che nella fase finale accetta di aiutarlo e, in una nuova casa sul mare, gli prepara la soluzione di cianuro di potassio che Ramon berrà da sè con una cannuccia mentre una telecamera registra il suicidio compreso un appello a favore della eutanasia volontaria.
Signori giudici, autorità politiche religiose, che significa per voi la dignità? Qualunque sia la risposta delle vostre coscienze sappiate che, per me, questo non è vivere con dignità. Io avrei desiderato almeno morire con dignità. Oggi, stanco dell'indifferenza delle istituzioni sono obbligato a farlo di nascosto, come un criminale. Voi dovete sapere che la meccanica che porterà alla mia morte è stata accuratamente suddivsa in piccole azioni ognuna delle quali non costituisce reato, ognuna compiuta da una diversa mano amica. Se comunque lo stato insiste a punire chi mi ha aiutato io suggerico il taglio di quella mano perché quello è stato l'unico contributo. La testa, cioè la coscienza l'ho messa io. Come potete vedere, vicino a me c'è un bicchiere d'acqua che contiene una dose di cianuro di potassio. Una volta bevutala avrò cessato di vivere, rinunciando al mio bene più prezioso, il mio corpo. Io ritengo che vivere sia un diritto, non un obbligo, come è stato nel mio caso, costretto a sopportare questa penosa situazione durata 28 anni 4 mesi e alcuni giorni. Alla fine di questo periodo faccio un bilancio del cammino percorso e non mi tornano i conti con la felicità. Solo il tempo che ho vissuto, contro la mia volontà, durato quasi tutta la vita, sarà, a partire da ora, mio alleato. Solo il tempo e l'evoluzione delle coscienze decideranno, un tempo, se la mia richiesta era ragionevole o no.
Alla fine Julia, sulla sedia a rotelle e ormai in stato di demenza progressiva riceve l'ultima lettera di Ramon: una poesia:
Mare dentro, in alto mare dentro, senza peso
nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà
che fanno vero un desiderio nell’incontro.
Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una
saetta, il mio corpo cambiato non è
più il mio corpo, è come penetrare al centro
dell’universo:
L’abbraccio più infantile, e il più puro dei
baci fino a vederci trasformati in
un unico desiderio
Il tuo sguardo il mio sguardo, come un’eco
che va ripetendo, senza parole: più dentro,
più dentro, fino al di là del tutto, attraverso
il sangue e il midollo.
Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio
essere morto, perché io con la mia bocca
resti sempre dentro la rete dei tuoi capelli.
Il mio voto 10