muoia Sansone

Oggi alla Camera, per l'addio alle armi, si sono presentati tutti con l'eccezione di Maroni che ha la necessità di stare schiscio in attesa delle decisioni sulla collocazione della Lega: hanno parlato Casini, Bersani e Alfano ed è stata sanzionata la rottura, per bocca di Alfano, del governo targato Monti.

Gli argomenti sono quelli che potevano essere utilizzati anche 6 mesi fa: chi ha colpa della crisi, la situazione è peggiorata, i provvedimenti meno graditi al popolo li ha impostati la coppia Berlusconi-Tremonti, noi siamo leali voi invece …, non ci stiamo ad essere marchiati con la lettera scarlatta I come Irresponsabili.

Alfano, non potendo parlare di cosa è accaduto al PDL in questi mesi (un nuovo leader, il vecchio leader, le primarie, la scissione, il plebiscito, …) l'ha buttata tutta sull'aggravamento della crisi e sulla sudditanza di Monti al PD. Ha garantito solo l'approvazione del bilancio dello Stato (la legge di stabilità) e rispetto alla morbidezza parziale di Gasparri, espressa ieri, ha detto che, per quanto li riguarda i decreti legge del governo Monti salteranno e l'intervento c'è stato dopo che il segretario del PDL era stato a colloquio da Napolitano.

Dunque non salta solo la legge elettorale, salta tutto (risparmi, tagli ai costi della politica, leggi sulla giustizia) e si va alle elezioni nel clima tradizionale di scontro delle tre ultime tornate. Non è neanche detto che si salvi Napolitano data la temperatura che si va delineando.

Il pupazzone, lungo lungo, che tira fuori le palle a corrente alternata, le ha messe nel congelatore per quanto riguarda la possibilità di costruire un centro destra di tipo non peronista e le ha tirate fuori per attaccare tutti gli altri. Il clima all'interno è di rincorsa agli attestati di fedeltà. Come osservava l'entusiasta Sandro Bondi sul Corriere di oggi: "ho osservato tutto con divertimento e tristezza. Persone che per lunghe settimane sono rimaste in silenzio per non esporsi, altre che nella penombra del Transatlantico sono arrivate persino a tramare contro, ora sono li' a spellarsi le mani e a gridare evviva…".

Se la riforma elettorale non si fa; se le liste le farà Silvio, se di primarie non se ne parla, bisogna essere ben visti; ma tanto ben visti perché con la legnata che si preannuncia non basterà essere messi in lista ma sarà fondamentale l'ordine se è vero come è vero che su ogni tre parlamentari del PDL ne tornerà in Parlamento uno solo.

Probabilmente oggi pomeriggio, nel colloquio tra Casini, Bersani e Napolitano si decideranno le tappe e le modalità per la chiusura della esperienza. A questo punto, prima si vota e meglio è perché il contesto internazionale ha bisogno di certezze e quelle non le danno nè Alfano nè il prolungamento della agonia.

Per finire due parole su Bersani: è stato bravissimo: razionale, convincente e portatore di idee che visibilmente vive e in cui crede. Bersani ha concluso tra gli applausi dicendo al PDL "A voi le favole e i cieli azzurri, a noi la testa del cambiamento". Questo il testo dell'intervento.


Signor Presidente, non vorrei rubare il mestiere ai commentatori politici, ma mi sembra che la situazione che si è venuta a creare sia piuttosto chiara. In primo luogo, l'onorevole Berlusconi ha deciso di scendere in campo. In secondo lungo, scende in campo con il suo piatto forte da spartirsi con la Lega, come abbiamo sentito, cioè: no Stato, no Europa, no regole, no tasse, no comunisti e così via.

La discesa in campo e l'avvio, perché di questo si tratta, della sua campagna elettorale vengono suonate in la maggiore, cioè dichiarando subito che Monti è un usurpatore e un affamatore del popolo. Ora, una persona in buona sede potrebbe chiedere: ma tutto questo dalla sera alla mattina? Tutto questo su un provvedimento che incide fortemente sui costi della politica? Tutto questo esponendosi alla critica di volersi opporre a norme sull'incandidabilità?

Queste domande sarebbero giuste, ma fatte da uno che avesse vissuto su Marte negli ultimi dieci anni, perché in realtà noi conosciamo bene l'incoerenza e la spregiudicatezza di chi ha compiuto questi gesti in queste ore e sappiamo quindi che non c'è niente di nuovo sotto il sole.

Invece, si potrà dire seriamente dell'amarezza di vedere l'eterno ritorno di quelle strade che ci hanno portato al disastro, in un Paese che avrebbe un drammatico bisogno di una nuova assunzione di responsabilità da parte di tutti.
Ma, alla fine, mi chiedo e chiedo ai colleghi del PdL, glielo chiedo sinceramente: come poteva aspettarsi qualcosa d'altro?

Poco più di un anno fa è caduto il Governo Berlusconi e in un intero anno noi non abbiamo mai, dico mai, avuto notizia di una discussione in casa vostra sul seguente ordine del giorno: ma negli ultimi dieci anni abbiamo forse sbagliato qualcosa?

Noi non abbiamo mai saputo che questa ipotesi vi abbia sfiorato per un attimo, né a proposito dell'azione di Governo né a proposito della natura personalistica, si potrebbe dire padronale, del vostro meccanismo politico. È evidente che, se non vi è niente da riflettere su questo, niente da cambiare, è ovvio che il Governo Monti, dal vostro punto di vista, non sia una transizione verso un'altra cosa, come è per noi.

No, è una parentesi: la apri, la chiudi e torna tutto come prima. Il problema, cari colleghi del PdL, è che in Italia ci siamo anche noi e le domande che voi non vi fate, le domande che voi non vi fate, ve le facciamo noi, una a una a proposito anche dell'intervento di ieri dell'onorevole Cicchitto.

Cominciate a rispondere a questa domanda: pensate o no di avere qualche responsabilità se l'Italia è là dove non doveva essere, sul punto più esposto della crisi? Non vi era ragione che fossimo lì, non vi era ragione che fossimo in squilibrio di finanza pubblica: più spesa corrente, più tassazione, più debito, ancora prima della crisi. Colleghi leghisti, venite a dire di recessione? Ma lo sapete che è dal 2007 che noi perdiamo 20 punti di produzione industriale?
Lo sapete che sono cinque anni buoni che il reddito delle famiglie va giù, e quindi i risparmi, e quindi i consumi?

Attenzione bene: ci si raccontava, in quegli anni, che la crisi era psicologica, che stavamo meglio degli altri. Voi ci avete raccontato questo! Siete stati degli irresponsabili, degli irresponsabili, voi e tutti quelli, in giro per l'Italia, che hanno fatto finta di credervi, sperando che si bagnasse solo la terza classe, per egoismo sociale.

E non vi era neanche ragione che vi fosse un solco così profondo fra istituzioni politiche e i cittadini, che fosse così ampio il discredito. Pensate di non avere avuto niente a che fare con questo? Pensate di avere sempre svolto il vostro compito con disciplina e onore, come dice la Costituzione? Pensate questo o avete qualcosa da chiedervi?

E chi ha firmato in Europa – lo ha detto il collega Della Vedova – non potendo portare riforme e credibilità, un patto del pareggio strutturale di bilancio per l'anno prossimo? Solo noi ce lo abbiamo, il Paese più in recessione dopo la Grecia! Chi ha firmato? Ha firmato Monti? No, hanno firmato Berlusconi e Tremonti! Loro hanno firmato!

Quindi, da lì derivano le manovre, i tagli, le tasse. L'IMU non è la tassa di Monti, è la tassa di Berlusconi e Tremonti.
Non tutto quello che ha fatto e fa il Governo Monti a noi piace, lo sapete benissimo, lo abbiamo detto, però noi abbiamo una parola sola: abbiamo detto qui un anno fa che noi saremmo stati leali, e saremo leali, cercando di correggere e dicendo le cose che non ci piacciono. Saremo leali, siamo pronti ad essere leali fino alla fine della legislatura, leali nel sostegno al Governo e leali alle indicazioni del Capo dello Stato, che, ancora una volta, saprà guidarci in questo frangente difficile.