il senso del ridicolo
Il governo ha fissato le regionali per febbraio e si è scatenato il putiferio:
– l'ex centro destra vuole l'election day (o si spostano in avanti le regionali o si anticipano le politiche) e lancia accuse di spreco di 100 milioni (soldi rubati alle forze di polizia, dicono gli ex AN)
– Bersani sostiene che, semmai, bisognava anticipare il voto per le regionali, perché in questo ritardo c'è uno spreco e dice ad Alfano (a proposito dell'eventuale anticipo delle politiche) di non rubare il mestiere a Napolitano.
Vi riporto il titolo del Corriere della Sera dell'11 marzo 2011 per capire come, ormai, siamo un paese in cui l'unica politica che venga praticata sia quella delle convenienze:
- Il calendario annunciato dal ministro dell'Interno Maroni- Il governo dice no all'election day
- Il Pd e l'Idv: «Spreco di 300 milioni»
- Amministrative il 15 e 29 maggio. Il 12 giugno referendum su legittimo impedimento, acqua e nucleare
e questo era stato il mio commento: Sporcaccioni. Seguì anche Effetto quorum.
A scanso di equivoci. La mancanza di senso del ridicolo riguarda entrambi gli schieramenti. Segnalo anche, a chi lo avesse dimenticato, che in occasione della manovra estiva 2011 un decreto legge del governo Berlusconi, preso atto del fatto che le elezioni amministrative erano state un disastro e che la gente era andata lo stesso a votare per i referendum, scoprì l'election day. Si prevedeva che in presenza di elezioni nello stesso anno fosse obbligatorio l'accorpamento tra politiche ed amministrative. Non ne ho più trovato traccia nella legge di conversione che prevede invece, per esigenze di risparmio, tutte le norme di accorpamento dei servizi per i comuni medi e piccoli.
Penso che una soluzione vada trovata. Le preoccupazioni del PDL di 6 mesi di campagna elettorale mi sembano serie e non mi pare credibile Bersani quando la butta sul ridere dicendo che si sprecano un sacco di soldi con i Consigli Regionali di Lazio e Lombardia fermi (come se lo spreco ci fosse solo in questi mesi).
Mi auguro che il Presidente Napolitano trovi una soluzione di compromesso che salvi l'election day magari anticipando il più possibile, con l'accordo delle forze politiche e del governo, lo scioglimento delle camere.