I ragazzi di via Panisperna: Gianni Amelio
I ragazzi di via Panisperna (1988) è il secondo film di Gianni Amelio e, come chiarisce il regista nei titoli di testa, si parla di fatti reali, ma con la libertà della fiction cinematografica.
Il gruppo di via Panisperna, dove aveva sede l'Istituto di Fisica dell'Univesità di Roma, era formato da alcuni giovanissimi fisici geniali raccolti intorno ad un maestro altrettanto giovane Enrico Fermi già famoso nello scenario internazionale.
Erano persone nate nei primi 10 anni del 900: Enrico Fermi (1901), Franco Rasetti (1901) compagno di università di Fermi a Pisa, Emilio Segrè (1905, emigrato negli USA perché ebreo e premio Nobel per la scoperta dell'antiprotone), Ettore Majorana (1906) il teorico del gruppo giunto a Roma dopo esperienze a Gottingen e sparito (probabilmente suicida) nel 38, Edoardo Amaldi (1908) l'unico che rimarrà in Italia diventando dopo la guerra uno dei padri del CERN (nel film la futura moglie Ginestra è interpretata da una giovanissima Sabina Guzzanti), Bruno Pontecorvo (1913) comunista ed ebreo emigrato in Francia e passato, dopo il 45, in URSS dove divenne il massimo esperto mondiale di fisica del neutrino.
Il gruppo si costituisce dopo che il preside di facoltà Orso Corbino, ministro della ricerca, prende sottolo la sua protezione Fermi, gli fa avere nel 1926 la prima cattedra italiana di fisica teorica. Fermi ha già pubblicato i primi lavori da studente, si è laureato nel 23 ed è poi stato in Germania a lavorare nei gruppi da cui si originò la meccanica quantistica e nel periodo 27/28 il gruppo vero e proprio si costituisce appieno. Trovate qui una esaustiva biografia scientifica di Fermi e del suo gruppo.
Enrico Fermi è interpretato bene, anche fisicamente, da Ennio Fantastichini mentre Laura Morante interpreta la moglie Laura Capon la cui origine ebrea fu alla base, ma non si trattò solo di quello, della scelta di Fermi di lasciare l'Italia dopo il Nobel per la Fisica e dopo le leggi razziali. Il ruolo della moglie, nel film, è quella di fare da specchio alle inquietudini di Fermi e di porsi come interlocutrice nel difficile rapporto tra Fermi e Majorana.
Il film, originariamente pensato per la RAI (3 ore) è stato poi distribuito nelle sale con tagli che ne hanno portato la durata a 2 ore. Meglio la versione RAI perché nell'altra si perdono elementi significativi sia su Laura Fermi, sia sulla scelta di Majorana di ritirarsi in Sicilia.
La storia si apre con una beffa nei confronti del regime. I ragazzi, usando un vecchio ripetitore e un'antenna appesa ad un pallone si inseriscono nelle emissione dell'EIAR per sbeffeggiare Guglielmo Marconi (che per loro rappresenta il potere e la vecchia fisica). La vicenda darà modo a Corbino di spostare alcuni di loro da ingegneria a fisica. Un'altra storia divertente è ambientata sul lago di Vico e questa volta è Majorana a vendicarsi degli amici che l'avevano buttato in acqua insieme ai suoi libri. Sparisce sott'acqua e li fa spaventare ricomparendo solo un'ora dopo quando gli altri sono ormai disperati.
Il film ha due fili conduttori:
- la narrazione delle ricerche basate sul bombardamento neutronico (le corse tra il laboratorio e la sala con il Geiger per misurare la emi-vita degli isotopi artificiali; l'esperimento famoso della fontana dei pesci rossi usata per rallentare i neutroni e che produsse la prima fissione nucleare, prima ma non riconosciuta come tale)
- il rapporto controverso tra Fermi e Majorana sino alla sua scomparsa. Il personaggio Majorana è indagato molto a fondo sul piano umano e psicologico ed è probabilmente il vero protagonista del film. Molto bella la scena in cui Majorana terrorizza il giovane studente Pontecorvo, mette in crisi le vecchie ipotesi sulla costituzione del nucleo atomico e poi. come nel suo stile, si rimangia tutto.
Il mio voto: 8 (forse 9 ma non voglio apparire partigiano). Ne consiglio comunque la visione con a fianco un fisico.