non siamo cretini

E' impressionante il modo con cui i figuranti della politica ci prendono per il culo.

Sto sentendo Orfini della segreteria del PD: 1) aumentare il budget per i gruppi è stato certamente un errore, come ha detto Bersani 2) non bisogna confondere l'uso da parte di chi usa i soldi per le feste vestito da maiale e l'uso di chi ci fa politica 3) quello che stava in consiglio di presidenza aveva già annunciato che non si ricandida e dunque non si ricandida, sugli altri deciderà il partito del Lazio (un vero allievo di D'Alema).

Prima di lui era sfilato Scoppelliti presidente della Calabria che ci ha detto che 1) da loro va tutto bene e che dalla prossima volta passeranno al sistema contributivo (e che in Calabria, en passant, i gruppi beccano 60 milioni di euro) 2) qualche staff numeroso è dovuto al fatto che la Calabria è lunga 3) qualche problema c'è ma è dovuto a quelli che c'erano prima che hanno assunto 100 persone prima di andare a casa. E' sempre così; lo abbiamo appena visto in Sicilia e lo ha detto anche la Polverini ieri sera.

A proposito di ieri sera mi ha impressionato il vicedirettore Giannini de La Repubblica che ha dimostrato in diretta di non conoscere la differenza tra delibere di giunta o di consiglio e determinazioni dei funzionari (la riforma che ha introdotto la distinzione è della fine degli anni 90).

Come al solito ci sarà un decreto del governo Monti, ma sarà dura perché il problema vero è che tutta la baracca dello Stato, a livello delle istituzioni rappresentative, non funziona più e che il marcio si è fatto abitudine. Il mondo politico è pieno di piccoli Orfini che si limitano a dire "come ha detto Bersani". L'altro ieri, ho sentito in RAI il programma settimanale dei lavori parlamentari: commissione di qui, indagine conoscitiva di là, …. mentre qualcuno ha fissato l'ennesimo limite insuperabile per la riforma elettorale.

Ci sarebbe una proposta semplice: si va alle elezioni ipotizzando: 1) mandato a Monti per governare gli affari correnti 2) assemblea costituente per ridisegnare in 2 anni il nuovo assettto istituzionale 3) referendum per la nuova costituzione e successive nuove elezioni. Il tutto, naturalmente con una legge elettorale (senza pasticci) su una sola delle due ipotesi in campo: 1) collegi uninominali a doppio turno 2) sistema proporzionale con collegi regionali, voto di preferenza, soglia di sbarramento alta ma in ambito regionale. Niente premi di maggioranza perché o uno li vuole (ed è per l'uninominale) o non li vuole (ed è per il proporzionale).