Visti, ma non recensiti: Marco Bellocchio
La Cina è vicina (1967)
E' il secondo film di Marco Bellocchio che dopo aver preso di petto l'istituzione famigliare nei Pugni in Tasca sposta la sua attenzione alla trasformazione in atto nel partito socialista connessa alla formazione del PSU (la fuggevole unione tra PSI e PSDI) da partito socialista a partito del potere. Non è solo un cambio di nome, si tratta della prima apertura concreta al trasformismo.
In "La Cina è vicina" siamo in provincia, il periodo è quello della unificazione socialista, la storia si svolge intorno agli eredi di una famiglia nobile Vittorio Gordini Malvezzi, professore di scuola media superiore ed uomo politico trasformista, si appresta a diventare assessore ed assume come factotum Carlo, giovane ragioniere militante del Partito Socialista Unificato, il partito con cui Vittorio intende schierarsi.
Carlo, che è stato trombato proprio dalla candidatura di Vittorio, diventa l'amante di Elena matura e disinibita sorella di Vittorio (quella che porta i pantaloni in famiglia). A sua volta Elena, fidanzata di Carlo, si mette con Vittorio di cui è diventata segretaria.
I due rampanti Carlo ed Elena si alleano e puntano ad accasarsi sfruttando gravidanze vere o fasulle ed aborti clandestini andati a monte. Nel film compare un giovanissimo Alessandro Haber che insieme al rampollo giovane dei Malvezzi gioca alla rivoluzione.
Il mio voto: 7
Il regista di matrimoni (2006)
Non è il mio genere; il film è ben fatto ma … Un famoso regista in crisi esistenziale va a Cefalù e si imbarca in una storia complicata con l'erede del principe che l'ha ingaggiato per il film del matrimonio (un capolavoro invece del solito filmino). Osannato dalla critica. Castellitto è bravo e anche Cavina, anche lui regista, che polemizza con il mondo dei critici che osanna i morti. Filone 8 e mezzo; e ho già detto che secondo me, nei film, la storia deve esserci.
Il mio voto: 5