nulla di nuovo sul fronte occidentale
I giornali di oggi riportano gli ennesimi dati OCSE da cui emerge la situazione, solo apparentemente contraddittoria, in cui si trova l’Italia nel settore scuola.
- spendiamo meno degli altri
- il sistema costa più degli altri
- abbiamo un tempo scuola troppo lungo
- paghiamo poco gli insegnanti
- abbiamo troppi docenti
- nella spesa per la istruzione spendiamo troppo in stipendi
Insomma cose ben note che richiederebbero un impegno solidale perché si tratta di fare scelte impopolari finalizzate ad un cambiamento vero. Mi pare che nè la Gelmini nè il PD abbiano dimostrato di tenerci. Non si cambia la scuola con i tagli lineari da cui far discendere la politica; non si cambia la scuola se non si accetta il principio che sulle assunzioni, sulla gestione del personale, sulla efficienza bisogna andare giù pesanti.
Sta per partire una riformina e chi lavora nella scuola ci si impegnerà, ma se nemmeno questo governo (in origine a consenso plebiscitario e nato per durare 5 anni) ha avuto il coraggio di cambiare in profondità su governance, autonomia, politiche del personale come si farà ad invertire la rotta?
Se il costo del personale dovrà incidere per il 70% e non per l’80% è chiaro che ci vogliono scelte radicali? Chi le farà? Adesso poi, con quel che sta capitando, mettiamoci una pietra sopra e diciamo che la “riforma epocale” è rinviata almeno per quel che riguarda l’aggettivo epocale. Che rimanga almeno un po’ di riforma.