Fini non è una marca di tortellini
Mi sono sentito tutto il discorso parte con l’autoradio e poi alla TV.
Fini ha detto cose condivise da molti Italiani dentro il PDL e dentro il il PD. La ragione è che si tratta di valori basilari dello stato moderno e della democrazia.
Ha aggiunto alcuni richiami ad altre cose diventate oggetto di battage del centro destra per denunciarne il tradimento (i giovani, la meritocrazia, la innovazione, la famiglia, lo spirito nazionale…). In questo caso si tratta di questioni che negli anni 60 avrebbero diviso gli schieramenti e oggi uniscono le persone ragionevoli (che non sono però maggioranza nel paese e stanno almeno in tre schieramenti diversi).
Ha difeso con la schiena dritta la sua storia personale ma in un passaggio, quello sui colonnelli che hanno cambiato generale e potrebbero cambiarlo ancora, è stato un po’ vendicativo. Se Berlusconi pensava di cavarsela, nel suo stile, garantendo il posto in lista ai reprobi si è sentito rispondere dal cofondatore che nel partito moderno e democratico non ci può essere eresia perché non ci può essere ortodossia (chissa se il Berlusconi plebiscitario avrà capito?).
Alla domanda implicita sul “nuovo partito” ha rovesciato la frittata dicendo che è stato Berlusconi a distruggere il PDL dopo aver fatto di tutto per non farlo funzionare (una sola riunione di direzione in due anni) e che dunque l’iniziativa se si vuol ricucire deve essere sua.
Cosa succederà ora? Il cerino è nelle mani di Bossi e Berlusconi svillaneggiati nel merito delle questioni e poi blanditi nel programma.
- Federalismo? Sì, ma vediamo cosa ci mettete dentro?
- Riforma della giustizia? Sì, ma quella vera, senza offendere i magistrati, garantendo giustizia ai cittadini e senza confonderla con i problemi giudiziari di Berlusconi che vanno affrontati (nel ruolo di Presidente del Consiglio) con uno scudo costituzionale e non con le invenzioni del Torquemada-Ghedini.
- Riforma della legge elettorale? Va fatta subito salvaguardando il diritto dei cittadini a scegliere.
E via e via e via …
Qualche legnata a Berlusconi ricattato da Bossi (sulle quote latte, sulla mancata eliminazione delle municipalizzate, sulla mancata abolizione delle province), qualche legnata sulla mancata nomina del sostituto di Scajola e sulla visita di Gheddafi.
Pensierino della sera: emergenza istituzionale, ovvero, me’ cojoni