la legge Aprea si rimette in moto
Mi scuso con i lettori del blog, ma questa volta si parlerà di questioni tecniche. Nella VII commissione (istruzione e cultura della camera) si è rimesso in moto il progetto di Legge Aprea presentato ad inizio legislatura (2008) e poi bloccato nel 2010/2011 da un accordo Lega Gelmini con l'intento di non mandare in porto un progetto di legge (governance e stato giuridico) che avrebbe inciso sulle caratteristiche della scuola italiana ben più pesantemente del riordino Gelmini.
Il progetto che sta per ripartire con una confluenza montiana tra PD, PDL e UDC non è pù il vecchio progetto Aprea; non tanto perché in esso confluiscono i progetti di altre forze, quanto perché ha subìto un pesante ridimensionamento: non rimane nulla dello stato giuridico, della carriera degli insegnanti e del reclutamento e ci si occupa solo di governance delle istituzioni scolastiche.
La base dell'accordo A-B-C sta nel concedere la potestà legislativa alla commissione in modo di portare a casa il risultato senza i rischi di modifica e di allungamento dei tempi che si avrebbero in aula.
Nel merito si tratta di questo:
- Le istituzioni scolastiche vengono dotate di autonomia statutaria. Si tratta di un passo importante ma senza una vera autonomia su risorse ed organici, si tratta di poco.
- Il Consiglio di Istituto sparisce e viene sostituito dal "Consiglio della Autonomia". Cambiano di un po' i compiti ma non sarà nè un consiglio di amministrazione nè un comitato tecnico scientifico (a proposito che fine fa?). La novità principale sta nel rafforzamento dei compiti in ordine a statuto e regolamenti. Cambia la composizione e la cosa è positiva: sarà formato da 9 a 13 membri, pariteticità tra genitori-studenti e docenti, max 2 esterni. Rimane la presidenza ad un genitore (avrei preferito uno stake-holder tra cui rientrano i genitori, ma non solo).
- Il DS, organo monocratico, sotto la propria responsabilità, gestisce le risorse umane, finanziarie e strumentali e risponde dei risultati. Parole o poteri reali? Si vedrà.
- Lo statuto disciplina il modo di essere e funzionare del Collegio Docenti nell'ambito di alcuni paletti: si opera per dipartimenti oltre che in forma assembleare, il POF va elaborato in connessione con i diversi attori della scuola, la partecipazione di studenti e famiglie è disciplinata dallo statuto (potrebbero sparire, ricomparendo in altra forma, i consigli di classe sia aperti sia chiusi).
- Si istituisce un nucleo di autovalutazione di istituto (da 3 a 7) con almeno un soggetto esterno e un rappresentante delle famiglie. Obbligatorietà di un rapporto annuale e di una conferenza di rendicontazione che faccia da premessa al nuovo POF. Inserimento nel circuito della valutazione esterna.
- Si fa una timida apertura a forme di compartecipazione da parte di soggetti esterni (grande azione del PD per bloccare le aperture, perché nella scuola parlare di fondazioni è come parlare di articolo 18 con la Camusso).
- Un intero capo è dedicato alla formazione di un nuovo ente inutile che si chiamerà Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche ma che potrebbe avere il vantaggio di eliminare il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
- Nodo da scioglier sulla regionalizzazione. Anche su questo fronte il PD si è distinto per la opposizione ai processi di trasferimento del personale previsti dalla riforma del titolo V della Costituzione.
In sintesi: qualcosa è meglio di niente ma questo qualcosa, ammesso che si realizzi, è davvero poco. Speriamo nella prossima legislatura anche se qualche consiglio dei ministri dedicato ad istruzione, università e beni culturali non sarebbe male ech&´ non c'è mica solo la riforma del lavoro da fare.
Il vero problema è che nella scuola, molto più che in altri settori, i riformisti stanno in tutti gli schieramenti ma contano poco dovunque e, in particolare nello schieramento progressista, la politica (in nome delle masse popolari) la fanno personaggi che oscillano tra il sogno del liceo classico e l'egualitarismo dei diritti. Vien sempre fuori un bel progetto immobilista (per mancanza di proposta e per finalità arretrate). D'altra parte se il responsabile scuola del PD Francesca Puglisi dichiara 6 giorni fa che il progetto Aprea è una boiata e ieri si autorettifica dicendo che il compromesso trovato è la fine del mondo …