calendario scolastico tra norme e … convenienze
Regione Lombardia difende il diritto delle scuole ai ponti e intima al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Colosio di stare al suo posto.
Nei giorni scorsi Colosio, rompendo una cautela che durava da troppo tempo, aveva messo nero su bianco quello che qualunque lettore di provvedimenti giuridici avrebbe facilmente inteso e cioè che non rientrava nei diritti delle istituzioni scolastiche introdurre giornate di vacanza aggiuntive a quelle previste dal calendario regionale.
Era una piccola rivoluzione visto che molte scuole avevano interpretato malamente quanto previsto dal Regolamento della autonomia che parla di facoltà di adattamento concessa alle istituzioni scolastiche rispetto al calendario regionale. Così i giorni originariamente previsti (tra i 210 e i 215) venivano bellamente ridotti a poco più di 200 usando come unico vincolo quello del monte ore nazionale.
In molte scuole il punto sul Calendario delle Lezioni diveniva occasione perché il Collegio, invece di organizzare le attività alternative e aggiuntive (da 200 a 215 quali viaggi, recuperi, aperture al territorio, …) si concentrasse sul modo migliore per costruire settimane di vacanza attraverso un uso accorto dei ponti. Da docente ho subito per anni lo squallore di quel punto messo all’ordine del giorno con colleghi, silenziosi per tutti gli altri collegi, che diventavano esperti più di un travel operator.
Colosio metteva i puntini sulle i. La norma che affida alle Regioni il compito di normare il calendario ha rango di legge e le Regioni nel farlo devono garantire i giorni per il monte ore nazionale e un congruo numero di giorni in più per le attività di recupero, i viaggi, gli eventi metereologici eccezionali, le elezioni, …
Il calendario regionale è il riferimento contrattuale per il lavoro dei docenti e gli eventuali adattamenti di qualsiasi tipo devono essere recuperati come orario di servizio e offerta formativa aggiuntiva.
Prendiamo il caso delle attività di recupero: esse non concorrono al monte ore nazionale e se vengono fatte nell’ambito di quello regionale sono però svolte gratuitamente dai docenti che, per questa attività, vengono pagati una volta sola e non due (come è accaduto in passato).
Prendiamo il caso delle vacanze di Carnevale non previste dal calendario regionale. Il Consiglio di Istituto può deliberarne la effettuazione, ma in quel caso il Collegio Docenti dovrà prevedere attività compensative, da svolgere nei restanti giorni, in forma aggiuntiva.
La circolare di Colosio non era particolarmente coraggiosa perché fingeva di ignorare una prassi molto diffusa, ma nel finale era netta almeno su un punto: le vacanze aggiuntive non sono lecite in quanto tali.
Le acque si sono agitate e si è formata una strana alleanza tra l’assessore Rossoni e la FLC Cgil. Regione Lombardia ha emanato un comunicato in cui si dice, senza alcun riferimento giuridico fondato, che i ponti si possono fare.
Colosio ha abozzato scrivendo che si prende atto del comunicato. FLC sul suo sito web ha esultato della sconfessione di Colosio da parte di Rossoni.
Regione Lombardia applica la vecchia linea democristiana di gestione della scuola. La CGIL gli va dietro? Qualche ponte e qualche altra barbonata per mantenere i docenti in eterno nella condizione di figli di un dio minore: non ti pago ma ti faccio fare i ponti e magari non controllo nemmeno se lavori bene.
Come DS sono allibito; non mi schiodo da quella che ritengo essere la interpretazione corretta:
1) il riferimento è il calendario regionale
2) le scuole possono adattare (cioè spostare, accorpare, …) ma non ridurre
3) il lavoro dei docenti è quello fissato dal contratto che fa riferimento al calendario regionale
Più semplice di così?