bagnasco

Mi è già capitato di osservare che non si dura 2000 anni se non si è saggi.

Vediamo allora di riportare in integrale il brano che ha suscitato tanto clamore  e che secondo molti commentatori ha segnato un punto di non ritorno nei rapporti tra governo Berlusconi e CEI.

La questione morale riguarda tutti

La questione morale, complessivamente intesa, non è un’invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun altro ambito privato o pubblico, essa è un’evenienza grave, che ha in sé un appello urgente. Non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell’esercizio del reciproco controllo.

Il ruolo della politica

Nessuno può negare la generosa dedizione e la limpida rettitudine di molti che operano nella gestione della cosa pubblica, come pure dell’economia, della finanza e dell’impresa: a costoro vanno rinnovati stima e convinto incoraggiamento. Si noti tuttavia che la questione morale, quando intacca la politica, ha innegabili incidenze culturali ed educative. Contribuisce, di fatto, a propagare la cultura di un’esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita. Ecco perché si tratta non solo di fare in maniera diversa, ma di pensare diversamente: c’è da purificare l’aria, perché le nuove generazioni – crescendo – non restino avvelenate.

Ieri sera, guardando l'inizio di Ballarò, non mi sono ritrovato nelle facili ironie di chi pensa che il problema riguardi solo quegli altri.

Il principio della equità

Chi rientra oggi nella classe dirigente del Paese deve sapere che ha doveri specifici di trasparenza ed economicità: se non altro, per rispettare i cittadini e non umiliare i poveri. Specie in situazioni come quella attuale, ci è d’obbligo richiamare il principio prevalente dell’equità che va assunto con rigore e applicato senza sconti, rendendo meno insopportabili gli aggiustamenti più austeri. È sull’impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi, che la politica oggi è chiamata a severo esame. L’improprio sfruttamento della funzione pubblica è grave per le scelte a cascata che esso determina e per i legami che possono pesare anche a distanza di tempo. Non si capisce quale legittimazione possano avere in un consorzio democratico i comitati di affari che, non previsti dall’ordinamento, si auto-impongono attraverso il reticolo clientelare, andando a intasare la vita pubblica con remunerazioni – in genere – tutt’altro che popolari. E pur tuttavia il loro maggior costo sta nella capziosità dei condizionamenti, nell’intermediazione appaltistica, nei suggerimenti interessati di nomine e promozioni. Al punto in cui siamo, è essenziale drenare tutte le risorse disponibili – intellettuali, economiche e di tempo – convogliandole verso l’utilità comune. Solo per questa via si può salvare dal discredito generalizzato il sistema della rappresentanza, il quale deve dotarsi di anticorpi adeguati, cominciando a riconoscere ai cittadini la titolarità loro dovuta.

La scuola e la cura educativa

.All’inizio del nuovo anno scolastico, desideriamo rivolgere un augurio sentito ai giovani che si accingono a compiere questo ulteriore tragitto della loro crescita. La scuola si trova spesso coinvolta in polemiche e vicissitudini anche serie, che tuttavia restano ai margini rispetto al bonum che, in questa istituzione nevralgica, è rappresentato dal processo di crescita umana e dallo sviluppo della conoscenza nei protagonisti principali che sono gli studenti.

A loro il nostro pensiero affettuoso e pieno di fiducia: imparino a pensare in autonomia e senso critico, sappiano infatti che è questa l’attitudine principale di libertà e responsabilità, ed è anche l’intelaiatura su cui può proficuamente poggiare l’esperienza comunicativa e l’esposizione mediatica. A loro associamo gli insegnanti e tutto il personale amministrativo e tecnico della scuola italiana. Siano consapevoli che – insieme alla famiglia − sono garanti dell’impresa qualitativamente più importante e sacra di ogni comunità: la cura educativa, culturale e intellettuale delle nuove generazioni.

Berlusconi sarà anche spacciato, ma deve essere chiaro a tutti che il nostro problema non è solo quello di un cambio di cavallo. Il cambio di cavallo serve a creare le condizioni necessarie ad affrontare i problemi, ma non si creda che il fatto di aver cambiato cavallo implicherà la soluzione automatica dei problemi.

Solidarietà, emergenza educativa, senso di responsabilità, meritocrazia entro un quadro di solidarietà sociale, … E' dura: la maggioranza degli Italiani non ne può più di Berlusconi, la maggioranza degli Italiani pensa che il centro sinistra non sia affidabile, la maggioranza degli Italiani pensa che il problema sia un altro.

Quelli che hann creato questo sfascio è bene che vadano a casa. Ma siamo pronti ad affrontare rigore, senso del rischio, serietà, spirito imprenditoriale?