comuni e politiche di bilancio

Sui TG lombardi e nazionali infuria la polemica perché, in perfetto stile ambrosiano, Pisapia e il neo assessore al bilancio Tabacci hanno deciso che per partire occorreva fare i conti invece dei comunicati; li hanno fatti e hanno trovato la sorpresa: invece dei 48 milioni di attivo ce ne sono 186 di passivo.

Pisapia aggiunge che hanno usato documentazione dei revisori dei conti, la Morattie Salvini partno in tromba e dichiarano: tutto falso, è una scusa per aumentare le tasse.

Questa è l'apparenza; la sostanza la troviamo nelle parole di Tabacci che sottolinea una delle questioni care agli amministratori seri degli enti locali sempre alle prese con la necessità di coprire le spese correnti con entrate straordinarie. «Servono scelte di indirizzo nel brevissimo periodo, altrimenti non c’è copertura per le spese non obbligatorie».

Non so dire se ce la faranno perché si tratta di una questione all'ordine del giorno da un po' di anni. Se il Comune interevenisse solo sulle cosiddette spese obbligatorie ci sarebbe una mini rivoluzione perché i cittadini dai piccoli comuni alle grandi città si sono abituati a servizi non obbligatori e soprattutto non obbligatori con tariffe che copono meno del 30% dei costi.

Secondo Tabacci gli assessori della passata amministrazione erano abituati ad usare il Comune come un Bancomat che veniva poi ricaricato attraverso la vendita del patrimonio comunale (vedi SEA e Serravalle).

«Se le famiglie nobili milanesi avessero operato come ha operato l’amministrazione comunale negli ultimi due anni, che non volendo rassegnarsi al mutare dei tempi ha continuato a vendere i propri gioielli, sarebbero finite alla Baggina».

Ma, dice Tabacci «NESSUNO COMPRERA’ SERRAVALLE». «I 170 milioni di euro di Serravallenoi non li recupereremo. Non ci sarà nessuno disposto ad acquistare per 170 milioni una quota del 18% che è bloccata, visto che la Provincia di Milano detiene il controllo assoluto». «Ho proposto di dar vita a una newco con la Provincia per poter così cambiare lo statuto e riuscire a valorizzare le nostre quote».

Tabacci ha fatto il Presidente di Regione Lombardia; è uno dei pochi che in Parlamento interviene dimostrando di essere in grado di parlare a Tremonti da pari a pari. Teniamocelo stretto a Milano.