il signor inculca … e la realtà dell’educare

Sono reduce da un convegno di tre giorni dedicato a due degli elementi di novità nel riordino della Istruzione Tecnica: Comitati Tecnico Scientifici e Dipartimenti. Non ho fatto a tempo a tornare in Lombardia e il Presidente del fare ha colpito ancora questa volta a Padova.

Finalmente i genitori possono scegliere liberamente “quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia“. Si rivolgeva alla associazione nazionale delle mamme; non so cosa sia ma il nome, mediaticamente, porta bene.

Ci risiamo con la cultura dell’inculca e con gli insegnanti di sinistra.

Stamane, tornato a scuola ho messo on line una lettera che mi ha inviato una rappresentante di classe che prendeva spunto dalla riunione periodica con i rappresentanti dei genitori dedicata ad alcune problematiche di emergenza educativa.

Ho chiesto alla mamma il permesso di pubblicarla e l’ho messa sul sito della scuola insieme ad un invito ad intervenire. Vi consiglio di leggerla per rincuorarvi rispetto alle famiglie e alla scuola pubblica.

La signora propone tra l’altro: dei corsi comuni dedicati al controllo delle emozioni, la presenza di alunni degli ultimi anni nel promuovere lo studio dei piccoli, una azione di servizio civile nella scuola in cui giovani-adulti cooperino con giovani-adolescenti. Tutte cose bellissime e che costano. Chissa se le potremo fare. Sono cose che si pensano e che si tentano di fare in quella scuola di stato che il presidente del consiglio invece di promuovere disprezza. La nostra mamma propone cose che costano molto meno di un depilatore laser e hanno un effetto sociale molto più ampio e positivo.

Oggi pomeriggio vado ad un convegno proposso dalla Amministrazione Provinciale di MB per valorizzare le azioni di volontariato nella scuola pubblica. Anche questa è un’ottima cosa: bisogna riuscire a far incontrare la società civile e la scuola e fare in modo che ci sia una mano. Non è facile farlo ma ci si può provare.