da Montezemolo alle calcolatrici

Su La Stampa di oggi si legge un inutile articolo intitolato Alla maturità con la calcolatrice in cui si sostiene, sulla base di un sondaggio di Tuttoscuola, che i professori sarebbero favorevoli a far usare le calcolatrici agli esami e che anche al ministero sarebbero favorevoli ma … Su un altro fronte Cacciari dichiara che ormai il movimento Italia Futura cui lavora Luca Cordero di Montezemolo sta per spiccare il salto. E anche qui un sacco di ma …

Ci risiamo. Le calcolatrici non programmabili si usano nella scuola superiore dalla seconda metà degli anni 70. E’ vero, sino ai primi anni 80 c’era ancora qualcuno in giro che faceva adottare in cartaceo sia le tavole dei logaritmi sia le tavole trigonometriche ma poi … è morto. I periti e gli ingegneri, più pragmatici hanno dismesso il regolo calcolatore appena hanno potuto: se puoi lavorare con 11 cifre significative non si capisce perché ti ostini a lavorare con tre.

Dalla fine degli anni 80 sono comparse le calcolatrici programmabili e quelle grafiche. Costo qualche decina di euro; vantaggi: chi le usa si svincola dai conti ripetitivi e si può concentrare sugli aspetti di strategia. Naturalmente sono state subito vietate e da decenni, il testo della prova di matematica della maturità scientifica termina con la frase di rito: è consentito l’uso della calcolatrice scientifica non programmabile.

Qualche sveglione spiega che la calcolatrice distrugge il pensiero. Io penso che il lavoro ripetitivo distrugga il pensiero e che questa sia la vera ragione per cui in molte organizzazioni l’informatica sia stata usata per complicare la vita. Diverso è sostenere che bisogna anche saper calcolare a mente. Pe un fisico si tratta di un invito a nozze. Ricordate che Enrico Fermi, al poligono di Los Alamos, fece sui due piedi una rozza stima della potenza della prima bomba nucleare lasciando cadere a terra dei frammenti di carta? Guai a chi si usa del computere e non valuta la plausibilità dei suoi risultati.

Poi, sul finire degli anni 90, la Texas Instruments ha addirittura messo in circolazione calcolatrici grafiche con all’interno il programma di matematica simbolica che va per la maggiore (Derive). Anche in questo caso l’insuccesso è stato assicurato dalla burocrazia ministeriale e qualche editore di scolastica ha i magazzini pieni di calcolatrici ormai fuori mercato che vorrebbe svendere a pochi euro. Se si vanno a vedere le prove per i corsi scientifici di tipo alto (PNI e domani liceo delle scienze applicate) si trovano domande che richiedono allo studente di fare con carta e penna conti noiosi e ripetitivi che, con una calcolatrice moderna (anche non programmabile, ma che gestisca tabelle), si fanno in un attimo e con una precisione molto più alta.

Ora ci sono i net book, i palmari e i tablet, ma noi continuiamo a discutere dei permessi e dei divieti mentre gli studenti sgamati ne inventano di ogni nell’uso illecito delle nuove tecnologie. D’altra parte siamo il paese della controriforma e siamo anche il paese in cui la statistica e il calcolo delle probabilità continuano ad essere le cenerentole dell’insegnamento della matematica. E che dire della capacità di costruire modelli e di applicarli a contesti scientifici veri come accade nel Baccalaureat francese.

Questa è la scuola.

Ma fuori dalla scuola ci sono le forze politiche e anche loro hanno già iniziato a chiedere a Montezemolo: ma tu con chi stai? Con chi ti schieri? Ma non c’è già il III polo? Anche loro assomigliano ai funzionari ministeriali che dibattono sulle calcolatrice programmabili.

Se andate sul sito di Italia futura vedrete che si parla di prospettive per i giovani, di meritocrazia e di difesa delle istituzioni. Montezemolo, dice Cacciari, si muove con cautela perché intende rivolgersi a quelli che non si fidano più ed hanno smesso di andare a votare.

In effetti ci troviamo in una situazione di lento logoramento della capacità del centro destra di governare senza che ci sia il disfacimento; al logoramento non è prò seguita la crisi manifesta. E’ questo l’insegnamento principale degli ultimi mesi di politica. E’ discutibile che, in caso di elezioni, esista un progetto alternativo e credibile. Dunque predomina la cautela in Montezemolo e anche in Confindustria.

Siamo il paese in cui si discute di calcolatrici programmabili nell’era dei tablet, siamo il paese in cui si discute di meritocrazia ma intanto i concorsi non si fanno: nè per i docenti, nè per i DS e nemmeno per i ministri. Siamo il paese dei TAR delle leggi e delle leggine in cui si impiglia qualunque prospettiva riformatrice. Così vince Tremonti: l’uomo dei tagli lineari, stupidi, inefficaci, ma sicuri.