disoccupazione giovanile al 30%

Sono usciti i dati dell'ISTAT e quello che riguarda i giovani è il peggiore: siamo al 29.8% di disoccupati tra i 15 e i 24 anni in crescita di quasi due punti rispetto all'anno scorso. Trovate qui qualche numero su cui riflettere.

Il dato è angosciante e lo è ancora di più visto dall'osservatorio della scuola. Ieri, mentre andavo in Ufficio Scolastico Regionale per una riunione ne parlavo con l'Assistente Tecnico che ci fa da autista. E' un perito meccanico di origine calabrese che come molti giovani del Sud viene al nord alla ricerca di quell'impiego pubblico di ruolo che gli consenta poi di tornare alla sua regione. E' una persona attiva che sa fare tante cose e ha una mezza idea di fare qualcosa di imprenditoriale, prima o poi.

Mi diceva: lavoro non ce n'è; quello che c'è, destra o sinistra, è venduto dalla politica ed è nel settore pubblico. C'è lavoro nel privato, ma non sai mai quanto durerà e se ti pagheranno ( e mi a raccontato qualche esperienza). Prima di lui c'era un pugliese più anziano impiegato da anni nei Lavori Socialmente Utili che, a volte, nascondono sfruttamento di mano d'opera da parte degli enti locali.

Ho fatto qualche domanda su come sono gli ITIS in Calabria e mi ha detto che, nel suo caso era sì un ITIS ma non si andava mai in laboratorio. Ve lo immaginate un ITIS meccanico dove non si va in laboratorio? Macchine vecchie, connessioni elettriche tranciate per evitare che qualcuno le usasse e si facesse male. Così si stava in classe a fare teoria (naturalmente con 2 docenti a disposizione).

Qui da noi, da quando abbiamo rilanciato l'Alternanza Scuola Lavoro, è un continuo di richieste di periti meccanici. Se ne formano pochi e gli imprenditori li cercano e non li trovano. Come mai?

  1. Non esiste quasi più la cultura del lavoro sostituita dalla cultura dell'effimero. Cosa vuoi fare nella vita? Il barista, il venditore di case, … Il sistema politico, sinistra inclusa rincorre questa spirale: apprendistato ? No per carità. Scelte professionalizzanti? Meglio rinviare. Così alleviamo generazioni di general generici pronti a poco e propensi a rinviare.
  2. La scuola tecnica avrebbe bisogno di essere rilanciata intervenendo sul fronte della offerta che va programmata. No a tante scuole che fanno un po' di tutto e lo fanno vicino a casa. Sì a tante scuole che fanno poche e le fanno bene. Se si sceglie questa via si possono potenziare i laboratori, si possono garantire docenze qualificate, si può garantire un legame più stretto tra esigenza del mondo imprenditoriale e qualificazione scolastica.
  3. La formazione di un bravo tecnico inizia anche con una buona formazione scientifica orientata alle competenze e non alla monodisciplinarietà. La scuola deve migliorare ma i giovani e le loro famiglie devono capire che qualificarsi richiede impegno e fatica. Tutti protestano contro il precariato, ma pochi sono disponibili a fare le scelte "un po' tedesche" per superarlo.
  4. A proposito della immagine che ho messo in apertura lo sapete che le aziende cercano anche tecnici donne e che negli ITIS se ne iscrivono in percentuale inferiore al 5% e, rigorosamente, a informatica o chimica?