I governatori e i magistrati dello stato libero di anarch-Italia
Titolo del Mattino: Caldoro «La Campania ha problemi con il nucleare: ostacoli sismici e geologici».
Ma no? In effetti, il giorno che riprende l'attività del Vesuvio, altro che nucleare a Pomigliano, a Torre del Greco e anche a Napoli.
La questione del diritto delle Regioni ad intervenire sulla realizzazione del piano energetico risale alle modifiche del titolo V della Costituzione approvate all'inizio degli anni 2000 dal centro sinistra.
L'impianto di quella legge è buono nel prospettare la democratizzazione dello stato che viene costruito a partire da una piramide che poggia sui cittadini e sul Comune. Allo stato centrale è demandato solo ciò che, di livello in livello, non si può fare a partire dai cittadini.
Ma quella legge, approvata a fine legislatura e a colpi di maggioranza (ma va?), contiene un elenco delle questioni affidate alla potestà legislativa assoluta e/o concorrente dello Stato, scritto in fretta e da molti riconosciuto come sbagliato. La grande innovazione è consistita nel passare da un approccio per il quale ciò che non era indicato come di pertinenza regionale rientrava nella potestà assoluta dello stato, ad un approccio esattamente rovesciato. Lo Stato ha potestà solo su alcune cose ben indicate, il resto spetta alle Regioni.
Entrando nel merito se si va all'articolo 117 della Costituzione che tratta di legislazione esclusiva e di legislazione concorrente si legge:
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
Come si vede non si parla di energia e la cosa è abbastanza singolare. Infatti l'energia la troviamo tra le cose da legislazione concorrente. Ciò vuol dire che lo Stato fissa i principi e poi le Regioni normano in relazione al loro territorio.
Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
Siamo all'ennesima dimostrazione del fatto che le grandi riforme (tra cui quelle costituzionali) vanno fatte in uno spirito condiviso e impostando un percorso ad inizio legislatura. C'è bisogno di cambiare; adesso è di moda la giustizia e ci si appresta a cambiare in modo unilaterale scontando un probabile, ennesimo fallimento (anche se il buon Alfano ce la mette tutta per dialogare).
Questa maggioranza stava impostando un percorso per far rientrare il nucleare tra le fonti che ci potrebbero far superare la dipendenza energetica dal petrolio e far diminuire l'impatto in termini di effetto serra.
Poi è venuto il Giappone. E ora: il Piemonte no, la Lombardia no, il Veneto no … la Campania, ci mancherebbe, lasciomogli il Vesuvio. Avanti tutta: in ordine sparso. La Germania è la locomotiva d'Europa, noi fantasia e mandolino.
Poco fa mi è capitato di leggere le dichiarazioni del segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati Cascini e sono rimasto basito. E' vero che l'ANM ha anche funzioni di rappresentanza sindacale ma è pur sempre l'espressione di un potere autonomo dello stato (un Ordine).
Sentite un po' cosa ha detto ad un convegno di S&L: Il governo non ha legittimita' morale, culturale, politica e storica per affrontare il tema della riforma costituzionale della giustizia. E' inutile il confronto con chi ha definito pure nel recente passato gli uffici giudiziari 'un'avanguardia rivoluzionaria'. Per fare una riforma costituzionale occorre un clima di serenità e di reciproco riconoscimento istituzionale di cui oggi non c'è traccia.
"L'ipotesi di riforma costituzionale è una sorta di distrazione di massa. Anche a sinistra, è diffusa l'idea che Berlusconi, in fondo, un po' di ragione ce l'abbia. Questo denota una subalternità culturale e politica a un tema declinato dalla destra. Dalla sinistravorrei una risposta realmente di sinistra".
Un magistrato, si rivolge alla maggioranza parlamentare, per quanto derelitta, per quanto vacillante, per quanto squassata, per quanto nominata, ma pur sempre eletta in una elezione democratica e decide su chi abbia o meno legittimità morale.
Lo stesso magistrato spiega alla sinistra cosa voglia dire essere di sinistra.
Io non ho nulla da obiettare se una osservazione del genere la fa Vendola. Ho molto da obiettare se la fa un funzionario di altissimo livello dello Stato che, quando parla in rappresentanza di una particolare parte dello Stato, dovrebbe avere il buon gusto di rimanere sul piano tecnico e non su quello politico. Evidentemente decenni di subalternità della politica ci consegnano uno stato ridotto a luogo di guerra per bande.
Mi chiedo cosa ne pensi il Presidente Napolitano e mi chiedo se non sia il caso che, unanimemente, il mondo politico chieda al mondo giudiziario di rimanere al suo posto.