a proposito di Ilaria Salis

Salis ai domiciliari

Ora che Ilaria ha ottenuto gli arresti domiciliari mi permetto di dire la mia sulla intera vicenda. Dico subito che non voterò per lei alle elezioni europee. Penso che il voto debba essere espressione di un convincimento politico e il mio è per gli Stati Uniti d’Europa con l’unico rammarico che Azione abbia deciso in maniera scellerata e rischiando l’irrilevanza di andare per conto suo.

Torniamo ad Ilaria; non entro nel merito delle accuse, rispetto alle quali lei si proclama innocente. Suo padre ha fatto un durissimo e meritorio lavoro per toglierla da quel buco nero infernale in cui era finita e a me, più che le catene in udienza che sono solo l’atto finale, hanno indignato tutti i soprusi precedenti rispetto alle condizioni di vita in carcere, ai mancati diritti di difesa, all’utilizzo del solo ungherese per le comunicazioni ufficiali verso una persona che non lo parla, la sproporzione tra il fatto contestato e l’accusa.

Negli ultimi 50 anni non ho mai visto di buon occhio l’area antagonista che si chiama fuori rispetto alle regole di funzionamento delle istituzioni democratiche e ha una concezione della vita poco attenta alla serietà e continuità del lavoro, a favore di altri modelli e stili di vita.

Quando è stato fondato il centro sociale Boccaccio mi ha stupito vedere tra gli animatori-protagonisti ex alunni cui nella scuola avevamo trasmesso ben altri modelli, in particolare in un liceo come lo Zucchi. Ilaria è stata mia alunna, ma solo in IV ginnasio (quando era una brava studentessa e una persona interessante), e dunque posso dire molto poco sulla sua evoluzione e sulle sue pulsioni giovanili. Ho letto testimonianze di chi ha lavorato con lei che la descrivono come una persona colta e seria, desiderosa di entrare seriamente nel mondo della scuola.

C’è sempre nell’area dei centri sociali una messa tra parentesi dei modelli democratici, gli spazi ce li prendiamo, una idea della lotta politica in cui il dissenso spesso si esprime nel negare il diritto di espressione degli avversari.

Vi ricordate dei giorni caldi in cui Salvini accusava Ilaria di aver spazzolato un gazebo della Lega. Ilaria per quell’episodio è stata assolta dopo essere stata denunciata da esponenti leghisti. Era una persona nota e nonostante i filmati mostrassero il suo tentativo di allontanare i suoi compagni più esagitati, il suo nome venne indebitamente segnalato alla Procura. Resta però il fatto che, dopo il passaggio di quel corteo, del gazebo della Lega non restava nulla e i gazebo non si smaterializzano per azione dello spirito santo.

Io difendo il diritto dei cittadini europei di andare in Ungheria a protestare contro i raduni neonazisti perché, proprio su questo tema gli Ungheresi hanno responsabilità identiche (salvo il minor peso politico) a quelle del popolo tedesco. Ma il popolo e il governo tedesco, nella sua stragrande maggioranza, non hanno esitazioni nel condannare e tracciare una cesura netta con il nazismo.

Gli ungheresi invece eleggono Orban e dimostrano su questi temi un comportamento poco limpido basato sul dire e non dire (come si fa anche in Italia) e sul tollerare raduni neonazisti. La mia opinione è che debbano essere gli ungheresi a ribellarsi e che debba essere l’Europa a mette i paletti ad Orban: sulle questioni dell’antinazismo, della legalità, dei principi giuridici liberali, o ci stai od esci dalla nostra comunità.

Cara Ilaria, adesso ci sarà il processo e con quello che hai passato sono certo che, indipendentemente dal suo esito, ci sarà da parte tua una riflessione sul modo di essere nella nostra società alle soglie dei 40 anni. Hai fatto l’esperienza bruttissima di una istituzione totale che voleva annientarti; hai vinto ma quello che hai passato rimarrà dentro di te. Trasformalo in positività. Hai avuto un padre  che, più di così non poteva fare. Tienilo stretto e auguri per il futuro.