diritto allo studio
Da quando ho iniziato ad occuparmi di cronaca italiana sul blog vengo a contatto con notizie di ogni genere; di alcune ne ho trattato (sono un deficiente a Palermo, i 170 5 in condotta al Garibaldi di Napoli, il lavaggio della bocca al piccolo bestemmiatore nel torinese, gli sberloni al maestro nel vicentino); in giro per l'Italia è un trionfo di professori che insidiano giovani allieve (condanne, suicidi, allontanamenti, …).
Leggo oggi dal Gazzettino di Treviso questo titolo: Toccata nelle parti intime, picchiata e minacciata di morte.
Si sta parlando di una ragazzina di 12 anni.
Riprendo direttamente dall'articolo: questo il trattamento da "kapò nazisti" che un gruppetto di bulletti riservava a una ragazzina 12enne. Unica colpa? L’antipatia. Il motivo? Abusare di lei e far valere il proprio ruolo di capi branco. Quando i genitori hanno capito quanto stava accadendo si sono rivolti alle strutture scolastiche, presentando denuncia in Procura. Ma non è bastato. I bulletti, capeggiati da due fratelli, hanno proseguito le angherie, con intimidazioni sempre più inquietanti e ossessive. «Sappiamo dove abiti – la minaccia – Verremo a ucciderti anche a casa». I genitori della ragazzina sono così corsi ai ripari. Hanno ritirato la figlia da scuola, spedendola a studiare oltreoceano dai nonni, a migliaia di chilometri dai bulli…
Inquietante quanto starebbe avvenendo da mesi in una scuola media alla periferia di Treviso, dove molti studenti vivrebbero in un incubo. Molestati e picchiati da un gruppetto di bulli che – si è appreso – sarebbero capeggiati da due 15enni (bocciati un paio di volte)…
Al peggio non c’è però limite. È quanto testimoniato dall’esposto-denuncia di un papà, imprenditore 53enne. L’uomo, continuando a vedere la figlia 12enne rincasare con lividi sulla pelle, ha voluto vederci chiaro. L’ha fatta sfogare scoprendo che la scuola non era un’isola felice, ma una sorta di lager punitivo dove veniva molestata sessualmente.
Ora toccherà alla Procura valutare se ci sono condotte fuorilegge nel raccolto del padre disperato. «Ci siamo mossi tempestivamente – puntualizza il presideI genitori ci chiedevano l’allontanamento da scuola dei bulletti, ma non è possibile. Così a scuola sono arrivati psicologi, servizi sociali e persino gli agenti della polizia locale. Continueremo a fare il possibile per fermare le intimidazioni dei bulli» attivando tutti i possibili percorsi per far fronte a una situazione difficile, con 22 casi segnalati.
Domani passerò la mattinata a registrare notizie di angherie che stanno avvenendo regolarmente in alcune classi prime: angherie tra compagni con episodi di violenza, bigiate etiliche, tentativi di induzione alla illegalità, furtarelli, comportamenti illeciti e di sfida in classe in presenza di docenti, offese ai docenti.
So già cosa dovrò fare: chiedere ai genitori se intendono denunciare, invitare i docenti ad essere fermi e tempestivi nel bloccare le illegalità, informare le famiglie che, in molti casi, cadono dal pero (mio figlio ? mmmai!), convocare i Consigli di Classe per i provvedimenti disciplinari, curare che le convocazioni avvengano nel rispetto dello Statuto dei diritti e doveri degli studenti e delle studentesse, nei casi più gravi mandare una relazione al tribunale dei minori.
Ci sono già passato: la normativa vigente tutela il minore, nel senso che consente a minori che dovrebbero essere guardati a vista e che, in presenza di recidive multiple, dovrebbero essere allontanati definitivamente di continuare a fare quello che vogliono. Arrivano nella scuola dei quindicenni che avrebbero bisogno di un rapporto 1 a 1 con un adulto e che non è vero che traggono giovamento dalla socializzazione; quando va bene disturbano il lavoro del gruppo classe, quando va male organizzano attivamente la disgregazione.
Poi, se un docente ti impone di lavarti la bocca, sono guai.
In questi giorni mi sono guardato in rete i commenti alle sospensioni di Napoli che, mi pare, ho commentato con equilibrio evidenziando gli aspetti di difesa della legalità e denunciando la linea del laissez faire seguita da repressione poco rispettosa della legalità.
E' impressionante il panorama da giardino zoologico che se ne ricava. Viene buttato tutto o quasi tutto in politica. La Gelmini viene insultata. Qualcuno (un docente) sostiene che qualsiasi forma di lotta va bene se va contro la Gelmini. Nessuno racconta come è andata e come mai è stata bloccata completamente la scuola per un periodo lungo senza che nulla accadesse. Tutti sono d'accordo nel dire che chi ha fatto del vandalismo e dei furti deve pagare (e si parla di circa 40 mila euro), ma nessuno si fa avanti a dire di chi si stia parlando essendo evidente che non si tratta di tutti i 170 che hanno preso il 5 in condotta. L'Unione degli studenti assicura la assistenza legale e fa bene ma, se come dice qualche intervento nei blog, si sa come è andata, perché non si passa alla contestazione delle responsabilità individuali?
Destra o sinistra, primo ciclo e secondo ciclo, a me pare che prevalga il tronfio dell'ipocrisia pedagogica.