strizzatore per il mocio

secchi lavapavimenti e strizzatori per il mocio

secchi lavapavimenti e strizzatori per il mocio

Ci sono delle cose che non sopporto in questa società dell’usa e getta in cui riciclare vuol dire distruggere e che derivano da due elementi della mia storia  e della mia cultura: sono brianzolo e sono un perito industriale.

Ho osservato da tempo che nei discount, accanto allo scaffale dei detersivi, vendono il secchio lavapavimenti incluso di mocio con asta e di accessorio montato sul secchio per strizzare il mocio. Il prezzo è accattivante, sui 10 €, ma se chiedi di acquistare il solo accessorio ti dicono che non si può.

Lo strizzamocio è l’unica parte del tutto che si rompe perché per strizzare devi esercitare una certa forza e ruotare e, con il tempo, i due bordi che si incastrano nel secchio finiscono per rompersi.

Preso atto che nei discount non c’è verso di uscirne ho provato con Amazon ed ecco il risultato: il secchio con accessorio incluso costa di più dell’accessorio singolo: deve averlo deciso Xi Jinping (習近平, 习近平) e dunque bisogna rassegnarsi. In realtà Amazon propone un accessorio abbastanza della mutua a un euro e cinquanta ma in quel caso la spedizione è di 30 €.

Ormai viviamo in una società fatta così e il mio brianzolismo (cultura del risparmio) e il mio peritismo (le cose si aggiustano, non si buttano) ne soffrono. Ti si rompe la centralina della lavatrice che ha 7 anni; viene l’omino della manutenzione e ti dice che quel pezzo non è più disponibile; così la butti via e butti, a parte la struttura e il cestello materiale da cablaggio, due pompe e un motore perfettamente funzionanti. Lo stesso per i frigoriferi e per il materiale elettronico (per il quale stanno però sorgendo società che si occupano di riciclo).

Recentemente ho portato in discarica un ferro da stiro con caldaia della Tefal bellissimo e robusto, di quelli autopulenti perché si è rotto il termostato del ferro (tutto ok alla caldaia e alla sua elettronica e impiantistica) e Tefal non lo vende più.

A Villasanta il mio ciclista fai da te mi era subito piaciuto perché come compressore utilizzava quello di un vecchio frigorifero; metteva in compressione la bombola dell’impianto ad aria compressa e gonfiava le camere d’aria di bici e motorini.

Che non vi venga in mente di farvi tentare dallo strizzatore fighissimo della Vileda (manico telescopico e secchio a pedale).

Quel pedale comanda una cremagliera collegata ad una ruota dentata che fa girare lo strizzatore. Sia la cremagliera sia la ruota dentata sono fatte in nylon e anche senza la rottura di un dente basta un niente per creare un disallineamento e non gira più nulla.

E cosa dire dell’acqua gasata. Il nostro comune, abbastanza avanti, ha installato le casine dell’acqua e se ci vai con le tue bottiglie in vetro eviti di mettere in circolo tutta quella plastica ad un prezzo concorrenziale oltre che politicamente corretto. Ma il livello medio del cittadino-consumatore non funziona così e allora i cassonetti del multimateriale sono costantemente stipati di queste bottiglie in plastica che non si fa nemmeno la fatica di comprimere e attorcigliare per diminuire l’ingombro. Sono gli stessi che si lamentano delle tariffe della TARI e non riflettono sul fatto che il costo per il comune non è a peso ma a viaggio.

Io ho risolto il problema con soda-stream visto che l’acqua del nostro acquedotto è buona, ma 13€ e 50 per ogni bombola di ricarica (che fa circa 80 litri) mi sembrava una tariffa piuttosto alta. Mi sono dato da fare ed ho scoperto che a Siena e Grosseto c’è una società che vende su scala industriale gas di varie tipologie. Ci porti le tue bombolette vuote e te ne danno altre piene; la ricarica costa 5 € e il brianzolo è soddisfatto.

A parte l’ironia sui brianzoli, questa società fondata sulla obsolescenza programmata perché così si incrementa la produzione, non mi piace. Vogliamo parlare delle automobili? ….