Alcune stranezze sul caso Bari
Da più parti si discute della necessità che i due candidati dell’area di centro sinistra per le elezioni di Bari facciano un passo indietro alla ricerca di un candidato comune super partes e in proposito si è fatto il nome dell’ex magistrato e apprezzato scrittore Carofiglio.
Perché le cose non sono così semplici?
In primo luogo c’è stato lo strappo da parte di Conte che ha creato un problema nazionale. Conte ha invitato Elly Schlein a lottare contro Cacicchi e Capibastone. Si riferisce forse al sistema Emiliano? In quel caso spieghi come mai il Moviumento 5 stelle era alla opposizione in Comune, ma in maggioranza e in giunta in Regione (e rimane tale anche dopo il dimissionamento di lady preferenze Anita Maurodinoia). Non si capisce ci sono i cacicchi a Bari (Sindaco Decaro) ma non ci sono alla Regione (presidente Emiliano?).
In secondo luogo i due candidati sindaco hanno una storia professionale e politica onorevole ma strana rispetto alle appartenenze e alle forze che li sostengono.
- Vito Leccese , da molto giovane, è stato deputato verde per due legislature, poi ha rotto con i versi, si è occupato professionalmente di amministrazione locale, è iscritto al PD dalla fondazione, conosce bene la macchina amministrativa di Bari (prima di fare il capogabinetto di Decaro è stato direttore generale del comune dal 2009 al 2014). Insomma un PD venato di verde e con una perfetta conoiscenza del comune. Lo appoggiano Pd, Verdi, Azione e liste locali.
- Michele Laforgia è un affermato avvocato penalista sostenuto dai 5 stelle, sinistra italiana, Italia Viva, PSI, + Europa e liste locali. E’ stato tra i promotori di La giusta causa, movimento culturale e politico «contro le ingiustizie e le diseguaglianze». Il padre, con un passato socialista e che poi aderì al PDS, è stato senatore e primo sindaco di Bari per il centrosinistra.
Osservazioni: si tratta di due personalità di valore. La richiesta di sospendere le primarie, prima che da Conte è arrivata da Laforgia (ho messo la sua dichiarazione in coda all’articolo). Quello che colpisce è la eterogeneità di chi appoggia le due candidature: per esempio i Verdi e Sinistra italiana che a livello nazionale stanno insieme qui sono su fronti opposti. Lo stesso accade con le tre forze centriste. Italia Viva è da sempre in rotta con Emiliano (rigassificatori, xylella, Taranto) e tutto ciò spiega la presenza in maggioranza dei 5 stelle, ma non quella di Azione.
E’ evidente che e non si trova un via d’uscita unitaria alle elezioni di Bari ci saranno due liste di centrosionistra e una di centrodestra (anche se per ora tutto tace) e in caso di ballottaggio la lista di centrosinistra perdente dovrà appoggiare l’altra a meno di attuare la linea del Muoia Sansone con tutti i filistei.
In politica bisogna dire sempre la verità. Vito Leccese non può negare che sin dalla mattina di ieri ho parlato con lui, e poi con altri autorevoli interlocutori del PD – e non solo – per cercare una soluzione unitaria. Sa bene che sino a pochi minuti prima di arrivare in piazza della Libertà ho chiesto a lui e al PD, nella sua massima espressione, di condividere la decisione di sospendere il voto delle primarie. È certamente a conoscenza del fatto che, proprio per evitare una rottura, non mi sono limitato a dire, dal palco, che non vi erano più le condizioni per andare alle urne domenica prossima, ma ho chiesto a lui di sospendere l’organizzazione del voto, di comune accordo. Negarlo, oggi, e attribuire “a Conte” ogni decisione, è semplicemente irresponsabile, prima che falso.
Ma questo è il meno. La parte più preoccupante della sua nota è quella che sorvola, leggiadra, sulla gravità della situazione in cui ci troviamo, dopo gli arresti di ieri. Marca la distanza facendo nome e cognome di uno degli indagati – come non si dovrebbe mai fare – ma fa finta di ignorare che quella stessa persona, con il suo movimento politico, doveva partecipare alle primarie. Parliamo della seconda forza del centrosinistra alle elezioni amministrative del 2019, in maggioranza al Comune e alla regione.
Chi è garantista, come me, tiene ben distinte le accuse in sede penale e le responsabilità personali dalla dimensione politica e dal dibattito pubblico. Io non distribuisco patenti anticipate di colpevolezza a nessuno, tantomeno a un movimento politico, e, per essere chiari, non ho più volte denunciato il rischio di inquinamento del voto perché sono in possesso di informazioni riservate (e coperte dal segreto professionale). Le polemiche sui voti comprati a Triggiano erano pubbliche e alcuni processi, pubblici, sono in corso da tempo. Lo stesso Sindaco di Bari ha dichiarato, pubblicamente, di aver denunciato chi offriva di comprare voti e, ieri, di non essere sorpreso dagli arresti.
Di cosa parliamo, allora? La posta in gioco non è la mia candidatura a Sindaco, nè quella di Vito Leccese, bensì il futuro della coalizione di centrosinistra e dell’intera città, che corre il rischio del commissariamento e del rinvio delle amministrative. Un minimo di prudenza, in questo momento, sarebbe d’obbligo, per tutti. Continuare a ripetere Andiamo!, senza sapere bene dove, e con chi, è un modo puerile per tentare di esorcizzare la realtà.