Niente di nuovo sul fronte occidentale – Edward Berger
I romanzi di Eric Maria Remarque sono stati stampati e ristampati più volte e sono dedicati all'orrore della I guerra mondiale visto con gli occhi dei giovani tedeschi desiderosi di battersi e vincere sul fronte francese. Vengono ripercorsi i mesi di guerra, il ritorno e poi le problematiche che portarono alla crisi della repubblica di Weimar.
Mi riferisco in particolare a Niente di nuovo sul fronte occidentale (di cui analizzo qui la recente versione cinematografica, terza versione), La via del ritorno e Tre camerati. Questi tre romanzi (il terzo meno noto) consentono, in particolare ai più giovani di riflettere non solo sugli orrori della prima guerra mondiale, la guerra in cui compare la tecnologia al servizio della morte (i gas, gli aerei, i lanciafiamme, i carri) in un contesto di guerra di trincea e di massacri della fanteria, ma anche sul disorientamento ideologico dei reduci, fossero essi vinti o vincitori e di comprendere le ragioni sociali del consenso alla ascesa dei due totalitarismi fascista e nazista.
Questo nuovo film di produzione tedesca usa appieno gli effetti speciali e le tecniche di ripresa del XXI secolo per rappresentare in maniera diretta gli assalti all'arma bianca, i tanti modi di morire, la scoperta che il nemico che stai per pugnalare è un uomo come te, che la morte non ha nulla nè di bello nè di eroico, che la agonia nelle buche prodotte dai colpi di artiglieria è una cosa tremenda, che quando sei messo male in un ospedale da campo, all'aperto, se ti danno in mano una forchetta la usi per colpirti alla giugulare in modo di farla finita ed evitare di rimanere senza una gamba per tutta la vita.
Il film è piuttosto lungo (2h e 20') e cupo; me lo sono guardato a pezzi per non cadere vittima della angoscia. Rispetto al romanzo si tratta di un libero adattamento e lo scopo prncipale, più che analizzare la fregatura dei giovani interventisti è quello di documentare l'orrore e la insensatezza della guerra, di quella guerra o forse di tutte le guerre della categoria inaugurata nel 14-18.
Perché questi giovani, consci di essere stati illusi continuno a battersi? Perché il protagonista che ha già visto morire tutti i suoi amici va ancora all'attacco negli ultimi minuti che precedono la cessazione definitiva delle ostilità? Poco da dire sugli stati maggiori con i loro riti, le loro inutili crudeltà che fanno da controcanto alle scene sugli inutili attacchi e gli inutili massacri. Il fronte occidentale è stato l'equivalente franco-tredesco delle nostre battaglie dell'Isonzo. In questo caso si parla di milioni di morti e di un fronte che in 4 anni guerra si sposta di poche centinaia di metri.
Che serva almeno a suscitare, a livello mondiale, il grido del rifiuto della guerra.