il re è nudo e la compassione è pelosa

Anche io sono tra quelli che domenica, dopo aver sentito le dichiarazioni di Piantedosi sono saltati sulla sedia e mi sono detto: tu sei il ministro degli interni, non quello degli esteri o la Presidente del Consiglio, a te non spetta il ruolo di dispensatore di buoni consigli ai disperati e nemmeno quello di stringere accordi con gli stati per impedire le partenze, ti spetta invece quello di organizzare l’approdo e poi la identificazione in maniera sicura. Se uno sta annegando non puoi cazziarlo perché non ha fatto dei buoni corsi di nuoto, ti occupi invece di soccorso in mare, di teli termici, di giubbotti di sicurezza.

Ora che il fumo si sta diradando emerge in tutta la sua crudezza il non detto o meglio il non fatto: la filosofia corrente degli ultimi governi accentuata dall’ultimo è quella del disincentivare:

  • rendere difficile il lavoro delle ONG in modo che la raccolta in mare su navi sicure risulti difficile ed onerosa
  • far fare alle ONG dei giri inutili per arrivare a porti sicuri più lontani, in modo che le navi soccorso siano meno presenti quando servirebbe
  • trasformare le operazioni di sbarco da operazioni di soccorso (capitanerie di porto) in operazioni di polizia (guardia di finanza) in modo di incentivare da parte degli scafisti la linea del non farsi vedere costi quel che costi, anche a costo di finire sugli scogli.
  • limitare il soccorso alla conclamata emergenza anziché alla predisposizione di strutture che intervengano sempre e comunque in maniera cautelare

Se si evita localmente il gioco al massacro, mi sta bene che ci sia anche l’intervento nei luoghi di partenza per disincentivare le stesse. Ma quali sono questi interventi? Il blocco in Libia di persone che hanno già attraversato il Sahara partendo dal Sudan o dalla Eritrea o dallo Yemen? Il blocco in Turchia di chi è partito dall’Afghanistan e che è scappato da una situazione in cui è il mitico Occidente ad aver creato 20 anni fa le condizioni che oggi portano alla fuga?

Dunque, OK al contenimento, o al tentativo del medesimo ma sapendo che si tratta di una delle strategie possibili e che serve solo a tentare di tamponare una falla che ha origini epocali e che rinvia ai rapporti di forza economici, sociali e militari su scala planetaria.