Дорогой Владимир Владимирович Путин, (Caro Vladimir Vladimirovic Putin) – di Roberto Ceriani

il poco di russo che ricordo finisce qui, ma ho letto la traduzione del tuo discorso alla nazione e mi hanno colpito alcune tue frasi: "Abbiamo armi di potenza inimmaginabile… Noi ci battiamo per difendere i nostri figli… L'Ucraina ha cominciato la guerra…"

1) Hai armi di potenza inimmaginabile?

Beh, questo lo sapevamo già tutti! Perché senti il bisogno di ricordarcelo? Di cosa hai paura?

Mi fai venire in mente quel mio studente, figlio di un pregiudicato in libertà provvisoria, che durante una rissa nella scuola ha urlato "Vado a casa a prendere il ferro!" (cioè la pistola nel linguaggio del suo ambiente).

Con questa minaccia sproporzionata, quel povero ragazzo non solo ha così dimostrato la sua enorme debolezza, ma si è anche preso tante botte dal padre perché aveva provocato l'arrivo della Polizia in casa (per fortuna poi il "ferro" non c'era…).

Insomma, Vladimir, avrai anche le tue ignote ragioni, ma se le rivendichi in questo modo non solo fai la figura del fifone, ma perdi anche il consenso di chi ti sostiene nel tuo Paese. Ti conviene?

2) COMBATTI PER DIFENDERE I FIGLI DEL TUO PAESE?

Se è così, caro Vladimir, questo ti fa onore. Ma sei sicuro che sia proprio così? I figli del tuo Paese sono più a rischio se combatti o se partecipi a una trattativa mondiale che punti a una maggiore sicurezza del nostro piccolo pianeta?

Le decine di migliaia di soldati siberiani che tornano a casa in una bara non sono anche loro "figli del tuo Paese"? Pensaci Vladimir! Qui non è in gioco solo il futuro del tuo Paese ma, egoisticamente parlando, anche il tuo futuro personale. Ti conviene?

3) CHI HA COMINCIATO?

Questa è la domanda più inutile da fare in caso di conflitto.Quando facevo il Preside in Istituti Professionali della periferia milanese ho capito molte cose sulle frequenti risse fra studenti. All'inizio chiedevo "Chi ha cominciato?" e ogni volta sentivo rispondere in perfetta stereofonia: "Lui!"

Uno dei due era un bugiardo? A volte sì, ma più spesso erano ambedue in buona fede. Erano ambedue in buona fede perché ognuno di loro aveva un proprio immaginario associato al verbo cominciare. Nell'evoluzione dell'escalation conflittuale, inevitabile in un conflitto lasciato in mano ai soli contendenti, ognuno dei due stabiliva un tempo-zero in cui a suo modo di vedere era iniziato il conflitto.

Ovviamente il tempo-zero di ognuno era preconfezionato in modo da attribuire la colpa all'altro. Questo non sempre era una bugia studiata a tavolino. Più spesso era l'effetto di una diversa percezione della realtà. Ognuno dei due aveva interpretato in modo aggressivo un comportamento dell'altro, il quale magari aveva intenzioni pacifiche ma non si rendeva conto di come l'altro le avrebbe interpretate.

Nelle relazioni a due non contano le intenzioni. Contano solo le percezioni. Che ci piaccia o no, le percezioni sono spesso soggettive e imperscrutabili. Quando l'ho capito ho smesso di chiedere agli studenti "Chi ha cominciato?" e ho iniziato ad analizzare le dinamiche delle relazioni conflittuali e ho iniziato a cercare le migliori strategie per fare terminare il conflitto. A volte ci sono riuscito, in altri casi no. Però non ho mai risolto un solo conflitto quando ancora chiedevo "Chi ha cominciato?".

Hai capito ora perché la tua affermazione non è né giusta né sbagliata? E' semplicemente inutile! Ricorda Vladimir: nei conflitti il nemico non è l'avversario. Il nemico è il conflitto!

Caro Vladimir,

io e te abbiamo circa la stessa età. Nella nostra vita abbiamo fatto tante cose giuste e tanti errori. In questa fase della nostra vita dobbiamo solo fare un bilancio del passato e guardare a quel frammento di futuro che ci resta ancora da vivere. Dobbiamo sfruttare questi tempi supplementari per progettare quel lungo futuro in cui saremo ricordati da altri.

Dobbiamo scegliere se fare parte di quelli che verranno ricordati con la frase "Avrei voluto che vivesse più a lungo" o di quelli di cui si dice "Sarebbe stato meglio se fosse morto prima!". Tu da che parte vuoi stare?

Sai benissimo che quelle migliaia di famiglie dei ragazzi che mandi a morire oggi soffrono in silenzio e magari ti sostengono, ma un giorno verranno a sputare sulla tua tomba. È questo che vuoi?

Ti auguro di vivere più a lungo possibile.  Non lo dico per simpatia, ma perché tra i lecchini che ti sostengono e puntano a prendere il tuo posto c'è gentaglia peggiore di te e più pericolosa di te. Ti auguro di vivere più a lungo possibile perché fra i due mali preferisco il minore. Purtroppo però vedo troppe simmetrie nell'altro campo, cioè fra noi occidentali che tu consideri nemici.

NO, non penso a stupide equivalenze, ma a molte "nostre" scelte pericolose quanto le tue. Non credo alla sincerità di chi manda carri armati "per difendere la libertà di un popolo invaso". Se fosse così non capisco perché, per lo stesso motivo, non dovremmo mandare carri armati anche ai palestinesi…

Credo invece che le motivazioni delle "nostre" scelte siano molto meno nobili e, come ti ho già detto, credo che in un conflitto il nemico non sia l'avversario, ma il conflitto stesso. Per questo motivo, se vogliamo veramente "difendere i nostri figli" (scusami se ti rubo le parole), ritengo urgente una Conferenza Mondiale di Pace per ridefinire la sicurezza del nostro piccolo pianeta.

Fare la guerra è bello. Fare la guerra è facile. Anche i fifoni sanno fare la guerra per credersi coraggiosi. Il difficile è lavorare per la pace. Occorre molto coraggio per fare la pace. Per fare la pace occorre sedersi a un tavolo e guardarsi negli occhi. Occorre vedere negli occhi dell'altro l'immagine riflessa di te stesso. Occorre un grande coraggio per guardare quell'immagine, un'immagine che può fare paura anche ai più coraggiosi! Occorre un grande coraggio per dimenticare un po' di orgoglio e pensare veramente a "difendere i nostri figli".

Occorre un grande coraggio per immaginare la propria tomba e scegliere fra un futuro corteo di umili persone che ti portano fiori e un corteo delle stesse persone in attesa solo di sputare sulla tua tomba. Tu, caro Vladimir, ce l'hai questo coraggio?  Noi occidentali ce l'abbiamo questo coraggio?