due pesi e due misure

Oggi è stato condannato a 15 anni e 4 mesi un parroco romano accusato di violenze e abusi su 7 bambini in un periodo durato 10 anni dal 98 al 2008.

Per carità siamo solo in primo grado e dunque affronterò il problema solo dal versante delle cautele. Anche perché i processi per abusi ci hanno abituato a improvvisi cambiamenti nei diversi gradi di giudizio.

Lo faccio dopo aver letto, sempre sul Messaggero, la notizia del mancato rinnovo di incarico ad un insegnante  di religione, gay dichiarato, con la motivazione di aver approvato in Consiglio di Istituto un progetto di prevenzione ed educazione sessuale che prevedeva la installazione a scuola di distributori di preservativi.

Credevo che la ossessione contro i preservativi fosse superata, ma evidentemente non è così e ritmicamente torna fuori: il preservativo come immagine di disordine sessuale e morale. Ricordo campagne in cui si spiegava che non funziona come contraccettivo (e io pensavo: meglio del colpo di reni), altre in cui si diceva che non bloccava il virus dell'AIDS (e io pensavo lo fermerà meglio del niente).

L'insegnante insegnava in quella scuola da 10 anni e, se stava in Consiglio di Istituto, era stato votato dai colleghi e dunque non si trattava di un pericoloso drop-out da compatire e magari in quel momento non rappresentava la Curia ma il Collegio Docenti.

La notizia aggiungeva che, al di là della motivazione ufficiale sopra riportata, la Curia non aveva rinnovato il benestare a seguito di qualche lamentela genitoriale legata alla scelta sessuale del docente e al suo aver partecipato al Gay Pride. Tutte questioni che la Curia non poteva portare, e non ha portato, in motivazione.

Avevo riflettuto sulla opportunità o meno di riportare la notizia e commentarla e avevo deciso che, non avendo le idee chiare, era meglio di no. Continuo a non avere le idee chiare sulla opportunità che un gay dichiarato insegni religione cattolica (opportunità per lui e per chi lo incarica). Non si tratta infatti di una materia come le altre e, come è noto, la Chiesa Cattolica, tra i suoi tanti meriti, non ha quello di essere fondata su una struttura a carattere democratico, anche perché ciò risulterebbe in contrasto con la figura del Papa come rappresentante di Dio in terra.

Ma mi chiedo: se ragioni di opportunità consigliano di non rinnovare il placet per insegnare religione, le medesime ragioni non consiglierebbero di intervenire tempestivamente su presunti abusi che si perpetuano per 10 anni? Ne ho parlato per questo.