Calenda incontra Meloni

Ieri si è tenuto l'incontro tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni, un incontro chiesto da Azione-ItaliaViva per presentare al capo del governo gli elementi salienti della contromanovra da loro proposta, un lavoro a saldi invariatoi predisposto da Marattin e pensato per scambiare i rispettivi punti di vista e per verificare la esistenza, sui singoli punti, di margini di trattativa.

Quando l'incontro è srato annunciato la mia reazione è stata del tipo: bene, parlarsi approfondire e po ritrovarsi nei tempi e nei riti della azione parlamentare. Sinceramente pensavo che sarebbe andata così e invece, sia sugli organi di stampa, sia nei dibattiti televisivi è tutto un insorgere, un mettere in guardia, un denunciare.

Alla uscita Calenda ha dichiarato: "È stato un incontro molto positivo, siamo entrati nel merito del provvedimento e abbiamo scorso le nostre proposte: ci sono cose su cui noi assolutamente non siamo d’accordo. Ma abbiamo discusso di un’estensione di impresa 4.0, un tetto al costo del gas al posto dei crediti di imposta, nel dettaglio abbiamo parlato di un aumento degli stipendi dei sanitari, abbiamo detto che va ripristinata Italia sicura, abbiamo fatto un’analisi della situazione del Pnrr, e chiesto di riproporre il Reddito di cittadinanza come Reddito di inclusione. Su molte di queste cose abbiamo trovato un’apertura".

Sono un assiduo ascoltatore dei dibattiti parlamentari, ne ho sentito uno anche stamane, dedicato alla politica verso l'Ucraina, e quando si passa alle tecnicalità parlamentari ne esco sempre con un po' di amaro in bocca per la netta impressione che ciascuno reciti la sua parte e ci si ascolti poco. Il parlamentare parla e propone, il relatore di maggioranza replica dandoo un sintetico parere "favorevole, contrario, favorevole con modifiche, …", poi interviene il rappresentante del governo che molto spesso si esprime così: emendamento 302232 contrario, emendamento 302233 contrario, emendamento 302234 favorevole, emendamento 302235 il governo si rimette all'aula, …

Le cose vanno ufficialmente in questo modo; dietro c'è tutto un lavorio che avviene nelle commissioni, c'è la ricerca di crepe nella maggioranza che consentano di far approvare un emendamento, c'è l'uso accorto dei voti a scrutinio segreto, c'è spesso la riduzione del parlamentarismo a beghe da sottoscala. Le decisioni non sono mai il frutto della discussione ma del lavorio che ci sta dietro e, diciamolo una volta per tutte, è sempre stato così. Il parlamentarismo ha pregi e difetti.

La proposta di Calenda è stata quella di cercare di entrare nel merito, di farsi carico dei rispettivi punti di vista ed ecco allora lo scatenamento dei guardiani della rivoluzione di entrambi gli schieramenti; mi sono particolarmente dispiaciuti per volgarità e agitazione della toga su opposti versanti Alessandro Sallusti e Furio Colombo. Si sa Calenda e Renzi sono Il gatto e La volpe e dunque vai con la strumentalità, con la irritualità, con il non ti fidare. Ma anche altri hanno brillato in poichezza. Anna Ascani, che un tempo rappresentava il nuovo e il riformismo nel PD :" Il Terzo Polo fa da stampella al governo Meloni, ha chiesto i voti per Draghi e adesso li dà alle destre", o gli esponenti di Forza Italia preoccupati per le loro crisi interne e per la irrilevanza.

Un sorriso.