le dinamiche elettorali in Lombardia
Ieri 6 novembre 2022 è ufficialmente iniziata la diaspora del centro che potrebbe determinare una inversione nel trend che ha portato il centro-destra a governare ininterrottamente, dopo Mani Pulite, la Regione Lombardia. Letizia Moratti, dopo essersi dimessa da vicepresidente e assessore al Welfare per contrasti legati alla gestione della pandemia e per la scelta della Lega di ricandidare Fontana, ha aderito ad Azione e ha deciso di candidarsi alle elezioni di primavera con il III polo.
Per le informazioni su Letizia Moratti e per il suo passato politico rimando a prima Gelmini poi Moratti e mi voglio concentrare sull'andamento dei risultati elettorali degli ultimi 25 anni per capire quali siano i margini di una inversione di rotta.
Dopo Mani Pulite e la riorganizzazione del sistema politico della II repubblica inizia in Lombardia l'era Formigoni ed inizia anche un periodo in cui le forze progressiste non riescono ad intercettare i consensi di un elettorato in cui la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista avevano giocato un ruolo rilevante mentre le ex province rosse (quelle della bassa, da Mantova, a Cremona, a Pavia) si spostano gradatamente verso la Lega.
22 aprile 1995 votanti 84.2%
Vince Roberto Formigoni che inizia il primo dei suoi quattro mandati consecutivi. Roberto Formigoni fondatore del "Movimento Popolare", la costola politica di CL, dopo aver navigato nella DC andreottiana sposta il suo sistema di potere sulla ascendente Forza Italia. Il centro destra non è ancora ufficialmente costituito e infatti in questa tornata i voti più pesanti si ripartiscono tra 4 candidati.
Roberto Formigoni viene eletto con 41.1 % (Forza Italia al 29.2 e Alleanza Nazionale al 10) mentre il centrosinistra candida Diego Masi un ex democristiano proveniente dal Patto Segni che ottiene un misero 27.4 % (il PDS prende il 16.5% e i popolari il 6.%).
Ma accanto ai primi due abbiamo il risultato della Lega che, con Speroni, prende il 18.7% e Rifondazione Comunista che candida Pippo Torri (8%).
Come si vede il quadro è frastagliato e si delinea un consenso nettamente minoritario degli ex comunisti (riformisti o rifondaroli) che si collocano dietro sia a Forza Italia, sia alla Lega. Si tratta di una legislatura nel corso della quale si avrà la strutturazione del centro destra unito e la costruzione del sistema di potere di Formigoni, a partire dalla sanità, come si vede all'appuntamento successivo.
Schieramento | Voti | % |
Formigoni (cdx) | 2.386.732 | 41.07 |
Masi (csx) | 1.591.417 | 27.39 |
Speroni (lega) | 1.087.128 | 18.71 |
Torri (R.C.) | 459.051 | 7.90 |
Aventi diritto/votanti | 7.506.256 | 6.323.049 |
16/4/2000 votanti 75.6%
Il centro destra si presenta unito e Formigoni ottiene il suo risultato più alto con il 62.4% (Forza Italia 33.8, Lega 15.4, Alleanza Nazionale 9.7). Lo schieramento alternativo, formalmente molto ampio, candida MIno Martinazzoli, ultimo segretario della DC, il segretario dal volto triste e pulito, e ottiene il 31.5% (20% alla lista Martinazzoli e 6% a Rifondazione).
L'alleanza elettorale e il candidato non hanno funzionato.
Schieramento | Voti | % |
Formigoni (cdx) | 3.355.803 | 62.37 |
Martinazzoli (csx+RC) | 1.692.474 | 31.46 |
Della Vedova (Pannella) | 178 | 7.90 |
Aventi diritto/votanti | 7.506.256 | 5.742.208 |
03/4/2005 votanti 73.0%
Il centro destra conferma la squadra Formigoni mentre il movimento ulivista candida un imprenditore di area PD, Riccardo Sarfatti che otterrà il miglior risultato per le regionali lombarde (43.2 %).
Formigoni ottiene ancora la maggioranza assoluta ma cala di quasi 10 punti e ottiene il 53.9%. Il calo è prevalentemente su Forza Italia (FI 25.9, Lega 15.8 AN 8.7). La candidatura di Sarfatti è sostenuta da uno schieramento molto ampio che va dall'Ulivo ai verdi a Rifondazione ai Comunisti Italiani. L'Ulivo con la colonna portante del PD prende il 27%.
Schieramento | Voti | % |
Formigoni (cdx) | 2.841.883 | 53.86 |
Sarfatti (csx+RC) | 2.278.173 | 43.17 |
Aventi diritto/votanti | 7.638.811 | 5.573.739 |
28/3/2010 votanti 64.6%
Riccardo Sarfatti è scomparso in un incidente d'auto mentre Formigoni si presenta per il suo quarto mandato. Lo schieramento progressista gli contrappone Filippo Penati ex sindaco di Sesto S. Giovanni e poi presidente della Provincia di MIlano.
La destra estrema è allo sbando con la crisi di A.N., Formigoni ottiene il 56% mentre i voti di lista superano quelli del Presidente (PdL al 32% e Lega al 26%). Penati ottiene il 33.3% (con il 22.9 al PD e il 6% alla lista Di Pietro).
La legislatura si conclude in maniera anticipata per scandali che portano a denunce e arresti di assessori e la Lega impone lo scioglimento anticipato del Consiglio facendo dimettere i suoi consiglieri insieme a quelli della opposizione.
Schieramento | Voti | % |
Formigoni (cdx) | 2.704.364 | 56.11 |
Penati (csx) | 1.603.666 | 33.27 |
Pezzotta (UDC) | 225.849 | 4.69 |
Aventi diritto/votanti | 7.694.756 | 4.973.519 |
24/02/2013 votanti 76.7%
Non viene ricandidato Filippo Penati e il centro sinistra si orienta su Umberto Ambrosoli figlio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore del Banco Ambrosiano di Calvi ed erore civile assassinato nell'ambito del caso Sindona. A queste elezioni ci sono tre novità: l'ascesa della Lega che grazie a Roberto Maroni si avvantaggia del disfacimento del sistema Formigoni, un discreto successo della lista di centro sinistra che non scalza però il centro destra per la comparsa sulla scena del Movimento 5 stelle che organizza gli antisistema.
Maroni raggiunge il 42.8% (16.7 al PdL, 12.9 % Lega, 10% lista Maroni), Ambrosoli arriva al 38.2% (PD al 25.3% e lista Ambrosoli al 7%) mentre il Movimento 5 stelle intercetta il voto di protesta e si piazza al III posto con 14.3 %.
Al momento della elezione Maroni era il segretario delle Lega (succeduto a Bossi a capo dei barbari sognanti nel momento degli scandali legati al cerchio magico) e si dimise da segretario, come aveva preannunciato, per fare il presidente di Regione. E' avvenuta in questo quadro la elezione di Salvini e successivamente, a fine mandato, in un mix di divergenze politiche e seri problemi di salute si ebbe l'addio di Maroni dalla politica attiva che aprì la strada all'attuale presidente Attilio Fontana.
Schieramento | Voti | % |
Maroni (cdx) | 2.456.921 | 42.82 |
Ambrosoli (csx) | 2.194.169 | 38.24 |
Carcano (M5*) | 775.211 | 14.34 |
Albertini (LC+UDC) | 236.597 | 4.12 |
Aventi diritto/votanti | 7.738.280 | 5.938.044 |
04/03/2018 votanti 73.1%
Attilio Fontana, già sindaco di Varese e uomo legato a Salvini ha ottenuto il 49.7% (Lega 29.6 %, Forza Italia 14.3, lista Fontana 1.5, Fratelli d'Italia 3.6). Vale la pena di osservare questi dati e confrontarli con quelli delle ultime politiche per ricercare continuità e rotture.
Il centro sinistra ci ha provato con il sindaco di Bergamo Gori e anche questa volta ha fatto flop con il 29.1 (PD al 19%). I 5 stelle hanno preso il 17.8% confermando la scarsa presa (rispetto al risultato delle politiche) quando si passa dal consenso politico generale a quello legato ai territori.
Schieramento | Voti | % |
Fontana (cdx) | 2.793.369 | 49.75 |
Gori (csx) | 1.633.373 | 29.09 |
Violi (M5*) | 933.382 | 17.81 |
Aventi diritto/votanti | 7.882.633 | 5.762.459 |
Fontana, come è ben noto ha governato male, ha avuto qualche infortunio clientelare, e l'inserimento di Letizia Moratti come assessore al Welfare fu proprio dovuto alla necessità di risalire la china dopo gli insuccessi nella gestione del Covid. Ma nel frattempo il quadro politico e dei consensi è nuovamente mutato come ci mostrano i risultati regionali nella elezione del Senato.
Senato 25/09/2022 votanti 70.09
Schieramento | Voti | % |
(cdx) | 2.549.503 | 50.40 |
(csx) | 1.373.145. | 27.14 |
Calenda | 513.620 | 10.15 |
M5* | 370.336 | 7.32 |
Aventi diritto/votanti | 7.505.068 | 5.260.161 |
Fratelli d'Italia (27.6%), Lega (13.9), Forza Italia (7.9), Noi moderati (1%) che fa il 50.4 %. Il partito di Meloni fa il botto, la Lega ne esce fortemente ridimensionata e lo stesso accade a Forza Italia ma il centro destra va comunque oltre il 50%
Lo schieramento di centro sinistra ha totalizzato il 27.1 % (PD 19.2, verdi e SI 3.8, + Europa 3.7) mentre Azione Italia Viva ha preso il 10.15 e il movimento 5 stelle il 7.3.
Ho riportato estesamente i voti del Senato per sottolineare alcuni elementi:
- Se il centro destra ricandida Attilio Fontana fa un pessimo affare sia in termini di credibilità politica sia con riferimento ai consensi delle elezioni politiche
- Se il centro sinistra non comprende che per contare si deve alleare con il terzo polo è evidente che otterrà risultati nettamente sotto il 30% come nei momenti peggiori a meno che il terzo polo non risucchi in maniera molto importante voti dal centro destra, ma in quel caso sarà molto incerto anche l'ordine d'arrivo sui tre gradini del podio
- La speranza di rompere la stagione dei governi di centro destra è legata alla necessità di conquistare voti moderati che credono nella governabilità, inclusi quelli che si sono spostati sul partito di Giorgia Meloni e questo elemento legato alle rotture della Lega con il mondo rappresentato da Letizia Moratti può determinare una inversione di tendenza.
Se il PD dovesse ripetere l'impostazione tenuta alle politiche si sa già come andrà a finire, ma questa volta con la possibilità concreta che il suo candidato arrivi terzo. O di qua o di là (o Conte o Calenda+Moratti). Ricordo che alle regionali non c'è ballottaggio e viene eletto chi arriva primo. Alle elezioni di primavera mancano alcuni mesi e c'è ancora spazio per sedersi intorno ad un tavolo e discutere sia di alleanze, sia di programmi, ma per farlo bisogna avere ben chiaro che si deve partire dalla opportunità aperta dalla rottura interna al centro-destra. Lo schieramento politico è stato scompaginato e l'epoca dei portatori d'acqua, a sinistra, è finita.
Mi sia consentita una considerazione finale che mi è stata suggerita dalla elaborazione dei dati storici: ma ci rendiamo conto che lo schieramento progressista ha cambiato cavallo ad ogni tornata elettorale e che ciò agli occhi degli elettori significa scarsa affidabilità? Mi pare di avere a che fare con il Conte Ugolino che, uno alla volta, divora i suoi figli.