i contanti e il maestro Lucchini – di Roberto Ceriani
Negli anni '50 facevo le elementari nella stessa scuola milanese frequentata poi da un altro bambino di cognome Salvini (spero su un banco diverso).
Noi bambini amavamo molto il nostro maestro, Luigi Lucchini. Lui aveva fatto la guerra del 15-18 e ci raccontava com'era la vita in trincea. Noi poi festeggiavamo felici, quando ci raccontava degli odiati austriaci che si arrendevano camminando a testa bassa nella valle presidiata dal fucile del nostro maestro.
Lo amavamo anche perché il 26 di ogni mese il maestro Lucchini stava assente. Era infatti il più anziano della scuola e, per questo merito anagrafico (prima ancora che esistesse il Ministero dell'Istruzione e del Merito) aveva l'incarico di ritirare gli stipendi di tutti i suoi colleghi. In quel giorno il maestro Lucchini prendeva il tram e andava alla sede milanese della Banca d'Italia. Lì ritirava una cinquantina di buste, contenenti gli stipendi in contanti dei suoi colleghi.
Metteva le buste in una cartella di cuoio e riprendeva il tram per tornare a scuola, dove dava a ogni insegnante l'apposita busta con il suo stipendio in contanti.
Non riesco a immaginare cosa accadrebbe oggi se tutti sapessero che ogni 26 del mese, alla stessa ora, un uomo minuto e anziano viaggia sullo stesso tram con una borsa contenente circa 80.000 euro! Penseremmo subito al pericolo di una rapina!
In realtà la moda delle rapine a mano armata iniziò più tardi, a parte alcune rapine storiche come quella di via Osoppo del 1958. Solo a fine anni '60 si scatenarono bande di rapinatori che ogni giorno assaltavano banche, gioiellerie e uffici postali. Dovendo rifornire di contanti le filiali durante il weekend, entrare in una banca era un pericolo in particolare di lunedì. Ormai era una consuetudine talmente collaudata che persino una famosa canzone di Celentano recitava "Si rapina il lunedì…".
Il problema era la grande diffusione dei contanti. Per evitare le rapine le banche si attrezzarono con vetri antiproiettile e finestrelle microscopiche per impedire il passaggio della canna di una pistola. Analogamente, si trasformarono in fortini antifurto anche gli uffici postali e persino i tabaccai (al tempo non esistevano le marche da bollo elettroniche, quindi quelle prestampate erano praticamente contanti).
Raccontare oggi queste cose sembra di parlare di preistoria. Il motivo è semplice: invece di difendersi dai furti di contanti, oggi si preferisce abolire i contanti, rendendo inutile qualsiasi tentativo di furto. Oggi le banche non hanno più vetri antiproiettile. Entriamo tranquillamente e parliamo con gli impiegati senza guardarci alle spalle.
Il contante era il pericolo; eliminato il contante è sparito il pericolo. Oggi TUTTI i tipi di reati sono in diminuzione, a parte i reati telematici (guarda caso, quelli che operano su denaro diverso dal contante!).
Credo che la proposta di portare a 10.000 euro il tetto delle transazioni in contanti, fatta dal mio quasi-compagno-di-scuola Salvini, non vada respinta perché "aumenterà l'evasione fiscale". Può darsi che nell'affermazione ci sia del vero, ma io credo ancora nella presunzione di innocenza, in particolare se il presunto malfattore è un'intera categoria di persone. La proposta va rifiutata perché rende pericolosa la vita dei normali cittadini.
Con tanti contanti in circolazione chiunque potrà trovarsi in mezzo a una rapina non solo nei negozi, ma anche sui marciapiedi dove cammineranno persone con borse simili a quella del mio maestro Luigi Lucchini. Se domani io dovessi comperare un'automobile da 18.000 euro potrei pagarla in due rate di 9.000 euro l'una in contanti.
Se in una giornata faranno così altre 8 persone, a sera l'impiegato della concessionaria dovrà portarsi a casa 81.000 euro nella borsa (più o meno quanto trasportava il maestro Lucchini…) e poi, il mattino seguente, andare in banca a portare la stessa borsa. Insieme a lui ci saranno una decina di altri negozianti con borse simili. La malavita starebbe lì a guardare? Quanto dovranno spendere questi negozianti per difendersi dai furti a mano armata? Sarà conveniente per loro?
Molti negozianti lamentano che le commissioni dell'1,0-1,5% sulle transazioni con carta di credito sono eccessive (anche se molto inferiori alle spese necessarie per proteggere i contanti). Hanno ragione ma, al posto della carta di credito, io uso Satispay dovunque lo accettino. A me Satispay non costa una lira. Per il negoziante le commissioni sono zero fino a 10 euro e solo lo 0,2% per importi superiori. Oltretutto non devono spendere una lira per proteggersi dai furti di contanti.
Per i negozianti Satispay è talmente conveniente che molti di loro attivano un CashBack automatico a favore del cliente. Per esempio, alcune pizzerie mi fanno trovare sul mio conto corrente l'1-2% di quanto ho speso la sera precedente. Altri negozi mi dànno un CashBack che aumenta di percentuale ogni volta che ritorno da loro.
Oltretutto, con Satispay, se un amico che abita in un'altra città mi deve rimborsare 3,67 euro per una spesa che ho fatto al suo posto, è sufficiente che lui scriva il mio nome sul suo telefono e accrediti 3,67 euro sul mio conto Satispay. Tutto a commissione nulla.
Insomma, non voglio fare pubblicità a Satispay (anzi, la voglio fare, visto che per ogni cliente che porto mi regalano una ventina di euro!). Voglio solo dire che la proposta di Salvini è stupida non solo perché antistorica, ma perché danneggia tutti i negozianti, anche quelli disonesti. Infatti la moneta elettronica non solo porta clienti nuovi, soprattutto i turisti, ma abbatte tutti i costi di protezione del denaro contante.
Caro Salvini, mi spiace sapere che abbiamo frequentato la stessa scuola elementare ma, come direbbe il tuo collega del Ministero dell'Istruzione e del Merito, da quella scuola sono uscite persone con alti Meriti, per esempio io, ma purtroppo sono usciti anche scarti di lavorazione che farebbero bene a iscriversi di nuovo, per esempio tu…