Manifesto per la pace anche a fianco di Lucifero – di Roberto Ceriani

Almeno non fate finta di meravigliarvi! Almeno piantatela di fingere di scoprire che in guerra muoiono anche i bambini!

Che la Russia abbia invaso l’Ucraina lo sapevo già. Che Putin sia un criminale lo sapevo già. Che le prime vittime di qualsiasi guerra siano persone innocenti e bambini lo sapevo già.

Ma che la pace non si raggiunga mai con le armi anche voi lo sapevate già. Ma che nel 21esimo secolo sia impossibile pensare che una guerra termini con una vittoria sul campo anche voi lo sapevate già. Ma che qualunque vendetta serva solo a generare una peggiore controvendetta anche voi lo sapevate già.

Allora piantiamola di fingere di meravigliarci ogni volta che la TV ci mostra orrori e distruzioni. Allora mettiamoci in testa una buona volta che solo una trattativa può portare a una tregua. Allora non fingiamo di non sapere che solo l’impegno collaborativo dell’Europa, di tanti Paesi e dell’ONU potrà portare a un accordo di progressiva pace che porti lentamente a un ritiro concordato delle armi.

Allora convinciamoci che pace non significa sconfitta, ma premessa per accordi di progressiva riduzione delle ingiustizie, condizione necessaria per una convivenza che permetta alle future generazioni di odiarsi un po’ meno.

Voglio la pace! Voglio una pace che sia pure un poco ingiusta, ma non troppo.

Per questa pace sarò in piazza appena qualsiasi partito, movimento o organizzazione vorrà manifestare per la pace; anche una pace un poco ingiusta, ma non troppo.

Vorrei che il PD fosse il promotore di questa manifestazione, ma non mi importa chi la indirà. Sarò in piazza anche se sarà indetta da Lucifero in persona! (10 ottobre 2022)


Si può rinunciare alla Cittadinanza Europea? Visto il progressivo suicidio dell’Europa dovremmo domandarcelo seriamente.

Proprio ora che si aprono piccoli spiragli di trattative di pace persino nell’Amministrazione americana (a parte qualche triste uscita di Biden, che straparla quando dimentica la pillola della sera), il 6 ottobre il Parlamento Europeo ha approvato una mozione che ripropone la guerra come soluzione dei problemi internazionali. Questa Europa non è più la mia Europa!

La mozione, che sembra scritta da Zelensky-Stranamore (unico caso al mondo di capo di Stato che proibisce per legge qualsiasi trattativa di pace) è stata approvata con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astenuti.

La mozione approvata dai nostri cosiddetti “rappresentanti”:

  • richiede agli stati membri di “rafforzare massicciamente la loro assistenza militare” ed esorta gli “Stati esitanti a fornire la loro giusta parte di assistenza militare necessaria per contribuire a una conclusione più rapida della guerra” (punto 5)
  • propone “un’iniziativa dell’UE per la fornitura di sistemi di armamento avanzati come i carri armati Leopard” e “l’addestramento dei soldati ucraini” da parte degli Stati membri (punto 6)
  • richiede “ulteriori pacchetti di sanzioni” sostenendo “l’adozione di sanzioni individuali” (punto 9)
  • richiede “un embargo immediato e totale sulle importazioni russe di combustibili fossili e uranio nonché la completa dismissione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2” (punto 10)
  • invita “a includere la Bielorussia nella nuova ondata di sanzioni” (punto 11)
  • invita “gli Stati membri e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisa qualora la Russia compia un attacco nucleare” (punto 16)

Il punto 23 è però il più interessante: si chiede nientepopodimeno che “l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, dinanzi al quale Putin e tutti i funzionari civili e militari russi nonché i loro mandatari responsabili di aver orchestrato, avviato e condotto la guerra in Ucraina sarebbero perseguiti”.

E’ il punto più interessante, almeno per i retrogradi come me che pensano ancora che le sentenze vadano emesse da un tribunale DOPO un processo, non prima. Ma forse questi sono solo vecchi princìpi su cui si basava un’Europa ormai sorpassata.

Invece l’Europa moderna, incarnata dalla bionda con l’elmetto Ursula Sorridens, non si occupa più di queste anticaglie e guarda fiduciosa al futuro. Un futuro sempre più simile agli anni ’60, con il Muro di Berlino spostato un po’ più a Est e costruito non dall’URSS, ma da noi.

Noi che siamo un Occidente sempre più impaurito da una Globalizzazione che si illudeva fosse al servizio dell’ampliamento dei suoi mercati ma che, al contrario, sta diventando lo strumento di ampliamento dei mercati cinesi (BRI docet).

Ma per fortuna c’è una bella guerra in Ucraina! E’ un’occasione d’oro da sfruttare se vogliamo tornare a dividere il pianeta in due bei blocchi contrapposti e chiuderla con queste illusioni di Mondo Multipolare! E gli ucraini che muoiono in nome di una legge che proibisce loro di avviare trattative di pace? Beh, non si può sempre pensare a tutto! In fondo ogni grande progetto ha sempre qualche piccolo effetto collaterale…

(9 ottobre 2022)


“Il miglior contratto è quello che scontenta tutti”. Così diceva negli anni ’70 il grande sindacalista Luciano Lama. Ma cosa intendeva dire?

Per risolvere un conflitto, solamente scontentando un po’ tutti gli interlocutori si potrà raggiungere un punto di equilibrio che possa garantire a tutti una soluzione accettabile per un tempo ragionevole. Se, al contrario, con la vittoria di una parte si arrivasse ad accontentare solo alcuni e scontentare altri, o peggio ad umiliarli, nascerebbe la condizione migliore per una ripresa del conflitto in tempi brevi.

E’ vero che conflitti sindacali e conflitti geostrategici sono cose diverse, ma se si vuole la pace in Europa il principio di Lama può essere adattato anche alla questione ucraina. Invece purtroppo in Europa prevalgono i sostenitori dell’ipotesi di “vincere la guerra” e “umiliare Putin”, puntando alla sua sostituzione (con chi? con il falco Mevdevev? quello che sostiene la “soluzione nucleare”?).

Quella europea è in fondo la stessa posizione di Israele che pensa di garantire solo la propria sicurezza ignorando quella altrui; è la ricetta ideale per diventare un Paese insicuro, in guerra ininterrotta da 74 anni! E’ una posizione tristemente simile ai trattati post Prima Guerra Mondiale. Quei trattati che hanno posto le migliori premesse per garantire il Secondo Tempo della guerra mondiale, dopo una breve pausa ventennale.

E’ una posizione che non ha nulla a che vedere con la ricerca della pace e con le mediazioni diplomatiche, ma ha molto in comune con le Crociate di antica memoria.

UNA PACE UN POCO INGIUSTA

Da queste scelte suicide prende le distanze il giornale cattolico Avvenire che, su probabile suggerimento vaticano, propone “Sette passi per una pace giusta e duratura non solo in Ucraina

Nonostante il titolo, l’obiettivo non dichiarato della proposta è arrivare a una “pace un poco ingiusta”, cioè a un compromesso diplomatico che tenga conto delle esigenze dei diversi attori in gioco. Un compromesso che, scontentando un po’ tutti, metta le premesse per una pace accettabile dalle parti coinvolte.

In sintesi i Sette Punti dell’Avvenire sono:

  1. Risoluzione dell’ONU che garantisca la neutralità dell’Ucraina. NO ingresso nella NATO. SI ingresso in Europa.
  2. I cinque membri permanenti ONU (Cina, Francia, Russia, UK, USA),’oltre a UE e Turchia, garantiscono all’Ucraina sovranità, indipendenza e integrità territoriale
  3. Per alcuni anni la Russia conserva il controllo “de facto” della Crimea. In seguito le parti cercano, per via diplomatica, una sistemazione “de iure” permanente. E’ garantito alle comunità locali l’accesso sia all’Ucraina sia alla Russia
  4. Le regioni di Lugansk e Donetsk restano all’Ucraina, ma hanno diritti di autonomia economica, politica e culturale
  5. Russia e Ucraina hanno accesso garantito ai porti del Mar Nero per attività commerciali.
  6. Rimozione graduale delle sanzioni occidentali alla Russia in parallelo con il ritiro delle truppe e degli armamenti russi dall’Ucraina
  7. Creazione di un Fondo Multilaterale per la Ricostruzione e lo Sviluppo delle aree danneggiate dell’Ucraina. La Russia concorre al fondo in base a criteri di proporzionalità

ma nel frattempo

  • la Finlandia, Paese NATO, respinge alle frontiere i russi che si rifiutano di combattere contro l’Ucraina
  • Elon Musk, come fece Kissinger oltre sei mesi fa, propone un referendum, sotto il controllo dell’ONU per far decidere alle popolazioni del Donbass il loro destino
  • Zelensky si incazza con Elon Musk, dichiara che riconquisterà la Crimea, firma la richiesta di adesione alla NATO e firma un decreto che proibisce di negoziare con Putin
  • Zelensky è candidato al Nobel per la Pace

(5 ottobre 2022)