Elezioni 2022
In questi mesi mi sono limitato ad osservare le cose e ad esprimere qualche opinione su Facebook ma credo che sia onesto scrivere qui, a futura memoria, come la penso.
Non credo che ci troviamo alle soglie del fascismo e non credo che dal punto di vista delle sorti del nostro sistema democratico la probabile vittoria numerica del centro destra costituisca un dramma per la nostra democrazia.
Penso che sia opportuno che tale vittoria non avvenga con un numero di eletti superiore ai 2/3 anche se non dò per scontato che ciò significhi una legislatura che determini uno stravolgimento, senza ascolto e recepimento di punti di vista di mediazione, della Costituzione Repubblicana.
Fratelli d'Italia, un partito che stava al 3%, si sta avviando a diventare il primo partito italiano come è già accaduto con il Movimento 5 Stelle, con il PD, con Forza Italia e quasi-quasi con la Lega. La ragione di questa vittoria sta nella voglia dell'elettorato fluttuante di avere un cambiamento, nella ostilità nei confronti di un sistema politico-istituzionale che non ha mai fatto corrispondere al consenso elettorale la definizione di una leadership di governo conseguente.Nel consenso alla ex Destra Nazionale sta certamente la abilità di Giorgia Meloni nel tenere la barra diritta, nel liberarsi parzialmente degli orpelli della storia di provenienza e nel non cadere nelle sbracate leghiste e tardo berlusconiane.
C'è nell'elettorato una domanda di cambiamento, ma questo cambiamento, quando sta per diventare cambiamento istituzionale e costituzionale, viene improvvisamente rifiutato come è accaduto qualche anno fa con le riforme di Renzi. E' come se le uniche riforme che vanno a segno siano quelle in cui si recepisce un generico messaggio di antipolitica (si veda la questione della riduzione dei parlamentari) ma poi non si riesca ad affrontare la sostanza.
Di fronte a questo quadro persiste la sofferenza del sistema dei partiti, sempre più inadeguato a far fronte alla conduzione del sistema paese (si veda tutta la problematica dei governio tecnici e di quelli di unità nazionale). Di Fratelli d'Italia ho detto; e gli altri?
Il Partito Democratico continua a rappresentare lo zoccolo duro di un generico progressismo, ma non riesce a fare politica perché, chiunque vada a fare il segretario, deve fare i conti con l'establishment conservatore, lo stesso che ha fatto le scarpe a Matteo Renzi. Dunque un partito abbastanza organizzato sul territorio e negli enti locali ma che non riesce a fare politica. Basta pensare al rapporto con i due governi Conte, alla idea del campo largo o alla furbizia di pensare di mettere insieme elettorato e leader politici spalmati tra centro-riformatore ed estrema sinistra. Dopo questa elezione avremo l'ennesimo e inutile ribaltone interno e, probabilmente, Letta se ne tornerà a Parigi.
La Lega è un altro partito dallo zoccolo duro nel governo delle regioni del nord ma che non riesce ad avere un progetto nazionale e difetta decisamente di una leadership all'altezza dell'impresa. Basta ascoltare 10' di Luca Zaia e confrontarli con 10' di Matteo Salvini. Il primo parla di cose concrete e di risposte pragmatiche ai problemi (di livello regionale), il secondo riesce solo a fare propaganda e sta per finire nel gruppone dei c'eravamo tanto amati.
Il Movimento 5 stelle gestione Conte ha capito che per frenare la emorragia di una legislatura disastrosa occorreva con intransigenza battere la strada del ritorno al passato grillino condendo il tutto con un po' di assistenzialismo intransigente verso sud e con un po' di generico pacifismo verso sinistra. Probabilmente ce la faranno a sopravvivere e mi auguro solo che il prossimo governo, qualunque sia, dia dove c'è da dare (nelle politiche sociali) e tagli ferocemente dove ci sono sprechi, truffe, redditi indebiti e bonus fasulli.
Forza Italia assomiglia sempre di più ad un partito destinato a morire insieme al suo fondatore che viene esibito in uno stato fisico e mentale che giudico pietoso; per la qual cosa ho già scritto che gli scherani sgomitanti dovrebbero solo vergognarsi. Proposte senza senso, proposte di cose che esistono già, sparate senza copertura … Amen
Voterò per la accoppiata Azione-ItaliaViva sperando che riesca a superare la soglia psicologica del 10%, soglia necessaria a convincere l'elettorato riformatore della famiglia socialista che 30 anni fa fu buttato dal giustizialismo trionfante nel bottino elettorale di Berlusconi, l'elettorato riformatore che ha smesso di credere in questa politica, l'elettorato riformatore che spera sempre nel PD e si ricrede 5 minuti dopo. Si tratta di mettere insieme una cosa nuova, innovativa e credibile.
Una forza liberal-socialista, riformatrice, pragmatica, ben orientata in Europa, che punti a radicarsi sul territorio incominciando dagli enti locali serve a questo paese. Italia sul serio e renew Europe indicano i due capisaldi tematici. Dicono Renzi e Calenda che se si va oltre il 10% inizia un'altra storia che punterà a disaggregare il centro-destra, troppo pieno di contraddizioni interne e a riprende quel sano modo di far politica che va sotto il nome di Agenda Draghi e che io chiamo concretezza, strategie di lungo periodo, politica estera salda, credibilità internazionale. Nel pollaio ci sono due galli di notevole capacità strategica, capaci di comunicare (Calenda) e capaci di far politica sulle grandi questioni (Renzi). Devono saper far massa critica, saper stare insieme, dare gambe al consenso che in questa campagna elettorale è cresciuto.
Me lo auguro.