la politica bella e quella di chi scrive nei cessi

Tanti anni fa, proprio tanti visto che oggi sono 50 anni dal matrimonio, ero un ragazzo ed esistevano ancora i cessi pubblici (quelli verdi con la struttura di metallo, detti "vespasiani" in onore dell'imperatore romano che, per ragioni di igiene li introdusse a Roma, quelli delle stazioni ferroviarie luogo di ritrovo per onanisti. I cessi pubblici, così come i sottopassi erano luogo di esercitazione per grafomani delle più diverse razze specializzati in riproduzione di cazzi delle più diverse forme e colorazioni, motti volgari a sfondo sessuale, insulti, parolacce.

Qui nella profondità della val di Merse, per queste cose, siamo indietro di 50 anni e circolano ancora persone, a corto di argomenti che, con 50 anni di ritardo, si esercitano con il punteruolo e il pennarello, in altri casi con la tastiera sfruttando i gruppi chiusi di Facebook e poiché, si sa, qui siamo molto antifascisti, invece di usare l'insulto pecoreccio qui si usa l'insulto antifascista. Tutto ciò mi ricorda gli insulti anticomunisti che si usavano nella Brianza bianca quando ero ragazzo. Stessa mancanza di idee sostituita dall'insulto.

E' già capitato nel 2017 ad Alessio Serragli definito vicesindaco fascista su Facebook, e ci risiamo con Ruggero Vannelli: definito fascista o meglio coglione fascista sui cartellini pro-autore delle statue in legno di San Lorenzo (ripulite) e di Tocchi. Ripenso al povero grafomane, alla sua soddisfazione nel comportarsi da incivile e fascista, al fatto che magari si sente eroico quanto i gappisti nella Resistenza; chissà se mentre agiva di nascosto ha avuto un orgasmo all'idea di insultare un fascista?

Quando qualche anno fa ho scritto la autobiografia ho dedicato uno dei primi capitoli alla vicenda di mio padre, un fascista anomalo che nel 44 nascondeva nella sede del fascio i comunisti ricercati perché diceva, sono tempi difficile, e bisogna cercare di fare del bene (1943-1945: mio padre, il suo processo e qualche ricordo del poi). In occasione della pubblicazione mi arrivò un post in cui un valoroso antifascista scriveva: avremmo dovuto ammazzarlo, ci sarebbe stato in giro un fascista in meno. Mio padre al processo fu assolto e io venni concepito quando uscì di di galera a gennaio del 46.

Ruggero Vannelli guai a te se sei candidato alle comunali con quelli là e, nell'ambito delle normali attività di socializzazione e promozione artistica in cui credi, organizzi iniziative di gioco e pittura per i bambini. Guai a te, lo fai sicuramente per acchiappare voti e dunque guai a te se sul sito del comune appare una foto con i bambini che giocano con i colori.

Guai a te se Alessio Serragli come facente funzioni di Sindaco deve portare i suoi saluti ad un convegno di Italia Nostra su Pertriolo, guai a te se Enrico Letta dopodomani viene a Iesa a incontrare i cittadini visto che è candidato alle elezioni supllettive per il seggio parlamentare di Siena, peggio ancora si porta dietro Giuliano Rosi, guai a te se, come mi è capitato ieri mattina, Giuliano Rosi, candidato sindaco della lista civica di centro sinistra mi viene a trovare per conoscersi e fa un po' di porta a porta come è sempre stato fatto quando la politica era una cosa bella e pulita e come si fa ancora adesso in Inghilterra dove il rapporto tra parlamentare ed elettore è di tipo diretto per via del sistema elettorale basato sui collegi uninominali.

E' vero, sono passati più di 50 anni, da quando, giovani di belle speranze e capaci di osare, ci battevamo per l'agibilità politica, per una politica senza secondi fini, addirittura per la democrazia assembleare (prima che la cosa degenerasse e si entrasse negli anni di piombo). Io ci credo ancora e penso che tutti quelli che ci mettono la faccia siano persone per bene e da rispettare, che bisogna fare in modo che trovino tutte le possibilità di comunicare e che gli altri, quelli del Vannelli coglione fascista, debbano mettersi davanti a uno specchio e scrivere con il rossetto rubato alla moglie asino chi legge.

Perché un fondamentalista rimane tale a qualsiasi schieramento politico appartenga. Mi auguro, come è capitato a me che altre persone dello schieramento politico riformatore e progressista abbiano sofferto e si siano indignate come è capitato a me al vedere infangata e strumentalizzata l'opzione antifascista. 


Gli articoli sulla politica amministrativa del nostro comune si trovano alla pagina Monticiano


le considerazioni di Ruggero Vannelli riprese da FaceBook


Facciamoci due domande e partiamo dal presupposto che io non sono "fascista", chi mi conosce può  confermarlo, e sono antifascista come ormai il 99,9% dalla popolazione.

Non discuto la scritta coglione perché  è  un parere legittimo, anche io lo penso nei confronti di chi ha scritto, con la differenza che io glielo direi in faccia se solo quel coniglio si palesasse.

Torniamo al "fascista". Nel 2018 ho fatto, gratis, una scultura per il paesino di Tocchi. fino al momento della mia candidatura nulla da segnalare. poi appare questa scritta… fascista. procedo con un ragionamento per logiche conseguenze:

  • la successione dei due eventi fa dedurre che l'autore della scritta sia un antagonista.
  • tutti gli antagonisti di questa campagna elettorale sbandierano come primo valore "l'antifascismo".
  • l'assenza di fascisti da combattere diventa un problema. quale è  l'utilità di un antifascista senza il fascista, nemico della libertà, da combattere? -bisogna creare il nemico.
  • facciamo che il vannelli è  fascista.

adesso il nemico e creato. tutto questo fa venire dei dubbi…

Ora procedo per semplici lecite supposizioni:

  • buona parte della campagna elettorale la svolgono, da buon vecchio sistema di regime,  suonando i campanelli, una volta ogni 5 anni, e entrando nelle case a raccontare cose. Cosa? nessuno può  saperlo. cose inconfutabili non contestabile che rimarranno tra le mura di 1000 case. probabilmente 1000 cose differenti sagomate sull'interlocutore, cose che non si possono dire in piazza, sennò  perché  entrare nelle case?
  • visto che io sono diventato il fascista da combattere, chi mi dice che nelle case dei vecchini,  che hanno visto passare il fronte,  non venga detto: vota di qua che di là ci sono i fascisti. Ripeto, sono solo dubbi leciti e non accuse fondate… Anzi, quasi sicuramente non sarà  così,  ma un comportamento più  trasparente e meno da venditore di polizze false toglierebbe ogni dubbio.

Consiglio per tutti: diffidate di chi vi viene a trovare solo in campagna elettorale e sceglie casa vostra per dirvi le cose. la  verità  viene detta in pubblico.

Considerazione finale:

  • se ci fossero in voi altri ricchi valori oltre a quello del sacrosanto antifascismo, non ci sarebbe il bisogno di ricorrere a questi squallidi mezzucoli infantili per farvi apprezzare.
  • queste pratiche dimostrano solo una immensa povertà di contenuti.