Milano, vista da un milanese – di Roberto Ceriani
Milano, Metropolitana linea 1. Tre immigrati parlano in una lingua africana condita con parole francesi. Dicono i nomi delle fermate della Metropolitana: Conciliazione, Cadorna, Duomo, San Babila…
Ascolto curioso. Per loro sarebbe più semplice se le fermate si chiamassero con un numero: 1, 2, 3… A me, invece, i nomi delle fermate dicono molto di più. Sono milanese da generazioni e per me Duomo non è una piazza o una chiesa: è un concetto profondo. Ambrogio non è un santo e i Navigli non sono canali: sono l'essenza della mia identità.
Una volta un'esperta linguista mi diceva che Cheese e Fromage non sono la traduzione esatta in inglese o francese della parola “Formaggio” perché ognuna delle tre parole crea emozioni diverse negli italiani, negli inglesi o nei francesi.
Ora capisco che lo stesso vale anche per le fermate della metropolitana. Quali emozioni possono provare questi tre immigrati dicendo "Sant’Agostino" o “Bande Nere”? Non lo so, ma sono certamente diverse dalle mie.
Non solo gli immigrati. Penso che anche un romano, un veneto o un pugliese leggendo i nomi delle fermate provino sensazioni diverse dalle mie. Ma anche i milanesi non sono tutti uguali. Quanti milanesi provano orrore alla fermata Gorla? Quanti rivivono la Storia del movimento operaio alle fermate di Portello, Lodi TIBB, Sesto Marelli, Bicocca, o Lambrate? Quanti sanno cosa significa Caiazzo? Quanti trattengono il fiato alla fermata Loreto?
Mentre rifletto, la voce registrata annuncia: "Prossima stazione / Next station: Loreto". Scopro così che mi ero distratto e ho perso la mia fermata; dovrò fare un pezzo a piedi. Camminando verso Sud in Buenos Aires ripenso ai tre immigrati e mi viene in mente una recente lettura sulle statistiche demografiche. Si prevede che a fine secolo il crollo di natalità cinese e l'esplosione africana porterà Cina e Nigeria ad avere la stessa popolazione di circa mezzo miliardo di persone.
I nigeriani saranno in gran parte qui in Europa, con un’Italia dalla popolazione locale quasi dimezzata Penso al mio nipotino di un anno che avrà la mia età e su questa metropolitana sarà un raro caso di pelle bianca, circondato da persone che non conosceranno il significato dei nomi delle fermate. Ma forse non sarà un problema; probabilmente i nomi delle fermate saranno già stati sostituiti da numeri: "Next station: FiftySeven! Welcome to Milan-Europe…"