educazione

Stimolato da alcuni interventi su Facebook ho dato una guardata su qualche quotidiano per vedere cosa c'era oggi, di scandaloso, sulla scuola dopo l'episodio del sono un deficiente di cui ho dato conto nei giorni scorsi.

Naturalmente è in atto il solito dibattito: educare e/o punire ? Come contenere le intemperanze? Come garantire il diritto di molti di fronte alle intemperanze di pochi?

Se sei progressista devi dire che … se sei qualunquista devi dire che … se vivi nella scuola ti senti in trincea. Dice un proverbio: a non fare niente non si sbaglia.

Girando nelle cronache da Bologna mi sono anche imbattuto in una denuncia sul crollo verticale di iscrizioni nelle scuole elementari statali a favore delle paritarie (più sicure).

Le mie opinioni un'altra volta.

Gazzettino – sberloni al maestro

Ha richiamato all'ordine un alunno disordinato, ma il suo monito è stato ripagato dal padre del bambino, un carabiniere, con alcuni ceffoni che gli hanno procurato la sospetta lesione di un timpano. È successo nella scuola elementare di Cogollo del Cengio (Vicenza): vittima della furia del genitore militare è stato il maestro Moreno Zordan. 53 anni, con oltre 30 di insegnamento sulle spalle.

Il piccolo, che non aveva preso bene la sgridata ricevuta, era fuggito da scuola rifugiandosi a casa: avvertito dalla moglie, il papà, militare della Compagnia di Schio, si è precipitato a scuola affrontando il maestro e ricoprendolo, secondo quanto indica il Giornale di Vicenza, di schiaffi e insulti. L'intervento di altre due insegnanti e di una bidella avrebbe scongiurato ulteriori guai all'insegnante, che al pronto soccorso ha ricevuto una prognosi di una settimana con l'indicazione di una nuova visita per verificare la necessità di un'operazione al timpano.

La Stampa – sapone in bocca per pulire la bestemmia

Questa storia è esagerata. Si è perso il senso della misura» dice un consigliere comunale, rientrando a casa, vicino alla stazione ferroviaria di Sant’Ambrogio. Nella porta accanto vive una delle due maestre accusate di aver messo del sapone nella bocca di un alunno che bestemmiava. Una punizione simbolica.

Le reazioni si rincorrono, il giorno dopo la bufera che ha colpito la scuola elementare Nino Costa. La mamma di Luca non ha dubbi: «Quelle maestre hanno sbagliato». Per questo si è rivolta ai carabinieri presentando una denuncia per «Abuso di mezzi di correzione». Luca, 8 anni, è un bambino «difficile». Tutti lo sanno. Soprattutto gli altri genitori, che ieri hanno scritto una lettera. «Vogliamo spiegare – affermano – che già all’inizio dell’anno scolastico quel bambino è stato protagonista di episodi spiacevoli nei confronti degli alunni e delle insegnanti». Il suo inserimento in classe avrebbe causato problemi fin dai primi giorni.

«Il bambino – aggiungono – è seguito dagli assistenti sociali e dalla psicologa, perché ha avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti dei compagni». A conferma di questo clima, la classe, composta inizialmente da 25 bambini, si è ridotta a 17 alunni. «Purtroppo i restanti scolari invece di proseguire con il programma, ogni giorno sono costretti ad assistere alla scena delle insegnanti che cercano di contenere con buone maniere il bambino, che spesso picchia i compagni». Concludono la lettera: «Confermiamo fiducia e stima alle maestre. Chiediamo con forza che continuino il loro percorso didattico-educativo con i nostri figli fino al termine della scuola».

L’Ufficio Scolastico Provinciale di Torino ha richiesto una relazione alla dirigente della scuola. «Si tratta di un atto necessario a capire come si sono svolti i fatti – dice il dirigente Alessandro Militerno – solo all’esito dell’accertamento si potranno valutare le responsabilità e adottare eventuali provvedimenti». Dura la reazione del presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale. Dice: «L’episodio è da verificare, ma qualora risultasse vero ci troveremmo davanti all’ennesima lesione di diritti fondamentali in un luogo di educazione». E aggiunge: «Un bambino di otto anni che bestemmia non ha cognizione di causa. Sebbene indisciplinato, va trattato adeguatamente senza ledere la sua dignità di persona».

Anche l’altra maestra, Silvia Benvenuti, non ha voglia di parlare. «Le colleghe – spiega Claudia Rolando, dirigente scolastico – sono molto provate. In particolare la maestra Irene, che ha accompagnato il bimbo in bagno, non ha usato atti violenti. Gli ha fatto lavare le mani e lo ha indotto a sciacquarsi le labbra per aver detto le parolacce. Con quell’alunno ha sempre avuto un ottimo rapporto».

Gazzetta del Mezzogiorno – professore palpeggia

LECCE – Era solito mettersi agli ultimi banchi, per poter meglio accarezzare le sue studentesse. Giovani, giovanissime allieve di prima media, poco più che undicenni.

E’ questo quello che emerge dalle indagini della Procura nei confronti di un professore leccese, che insegna in una scuola media del capoluogo. Il docente dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale per aver palpeggiato una sua allieva durante l’ora di lezione.  E’ questa l’ipotesi di reato formulata dal pubblico ministero Carmen Ruggiero, che ha in mano il fascicolo.

Secondo quanto emerso, pare che il professore si sarebbe avvicinato troppo alla sua giovanissima allieva. La ragazza era seduta in fondo all’aula, in uno dei banchi dell’ultima fila. Il professore – secondo il racconto della presunta vittima – si sarebbe posizionato dietro di lei per controllare un disegno. Nell’occasione, avrebbe approfittato per infilare le mani sotto la camicetta.  L’allieva, a quel punto, scoppiò in lacrime e raccontò l’accaduto ad un’altra insegnante e ad una bidella.

Arrivata a casa, avrebbe raccontato fra le lacrime alla madre quanto le era accaduto a scuola. Il giorno seguente, la donna si presentò in Questura per denunciare il comportamento del docente. E sembra che il professore abbia importunato anche altre due compagne di classe della presunta vittima.

Le tre ragazze sono state già sentite da pubblico ministero Ruggiero, con tutte le garanzie previste dalla legge.