E' morto Severino Cesari – uno di noi del QDL della prima ora, si occupava, ovviamente, delle pagine preconfezionate di Cultura e Spettacoli.
In precedenza era stato uno dei nostri primi dirigenti di AO in Umbria insieme a Francesco Bottaccioli.
Aveva 5 anni meno di me e io ero abbastanza giovane, dunque lui era giovanissimo, mica bamboccioni. Era dolce, pacato, con una voce lenta e dai toni bassi. Leggeva molto e parlava poco; molto diverso dallo standard del dirigente rivoluzionario di allora.
Un po' cagionevole di salute, lo ricordo con una sciarpa bianca di cachemire a proteggerlo dal clima pessimo di Milano.
Ci siamo persi di vista dopo la crisi del QdL del 76/77 e lui se ne andò a Roma a lavorare al Manifesto insieme a Gigi Sullo, Astrit Dakli, Giovanna Pajetta, Carlo Parietti e Vincenzo Vita (al Pdup).
Mi ricordo, quando ormai avevo ripreso ad insegnare ed ero in fase di studio assatanato di scienza dura e filosofia della scienza, di non aver gradito la stroncatura che fece della appena iniziata avventura della Enciclopedia Einaudi. Mi piaceva che un editore ed un gruppo di interllettuali europei si misurassero, secoli dopo l'illuminismo, con il tema della unità del sapere.
Visto l'esito (che determinò tra l'altro il fallimento della casa editrice) forse aveva ragione Severino, ma a me sembrava così bello che qualcuno tentasse di ripetere l'avventura della Encyclopedie di Diderot.
Ciao Severino e un abbraccione a tutti i compagni. (Claudio Cereda)
Questo ottobre una falcidia di amici e compagni della mia gioventù. Severino Cesari aveva iniziato la sua milizia culturale e giornalistica curando le pagine culturali del Quotidiano dei Lavoratori. Lo sottolineo per dire che non vedo nessuna contraddizione con il fatto che sia poi divenuto uno dei più raffinati intellettuali dell'editoria italiana. Insieme ci trasferimmo da Milano a Roma e dal Quotidiano al Manifesto. Mi spiace tanto che l'abbiamo perduto, e soprattutto che abbia tanto a lungo sofferto la malattia e le cure; scrivendone con eleganza, ironia e passione. (Carlo Parietti 26 ottobre 2017)
Ciao Carlo, che triste notizia. Una di quelle notizie che non vorresti leggere mai. Leggevo sempre, in silenzio e ammirato, i post di Severino, la sua battaglia è stata davvero commovente, lucida e commovente. E il modo in cui scriveva, anche di questa tragica esperienza, dimostra quanto bravo fosse diventato strada facendo. E adesso mi hai ricordato che noi cinque (io, te, Severino, Vincenzo e Pierre) abbiamo un viaggio in comune. Io sono l'unico di noi che poi è tornato a Milano, voi quattro vi sete tutti fatti ammaliare dalla grande bellezza di Roma. Un abbraccio forte e commosso. (Giovanni Lanzone 26 ottobre 2017)
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