referendum – di Roberto Ceriani
Venerdì sera sono andato alla manifestazione di Milano per il NO. Per me, che praticamente non conosco la televisione, era un'occasione unica per ascoltare tutti insieme persone del calibro di Lisa Noja, Emma Bonino, Calenda, Della Vedova, Gori, Richetti, Cottarelli, Maran, Nannicini e altri.
Appena arrivato sentivo in piazza uno strano clima inusuale. Poi ho capito la stranezza: erano quasi tutti giovani! Ormai, da bravo vecchietto settantenne, ero abituato a vedere nelle piazze milanesi solo capelli bianchi. Questa concentrazione di giovani mi sembrava proprio strana. Positiva? Negativa? Non so, comunque era così. I discorsi erano brevi e concreti (non proprio tutti).
Avevo già deciso di votare NO, ma ora ho le idee più chiare.
- NON È UNA RIFORMA COSTITUZIONALE, ma un semplice spot pubblicitario dei CinqueStelleIn oltre due anni questi poveracci hanno tradito tutte le promesse fatte al loro elettorato (a parte il Reddito di Cittadinanza che ci ha trasformati nel SussidiStan) e hanno un estremo bisogno di un segnale mediatico per sopravvivere. Devono presentare lo scalpo agli elettori affamati di sangue.La loro è un’esigenza comprensibile. Che lo facciano giocando con la Costituzione è indegno. Che altri li sostengano è incomprensibile. Mi resta solo un dubbio: ma perché devono sopravvivere?
-
NON È UN REFERENDUM, ma una partita truccata
-
Non ha senso votare per una scelta che determinerà il futuro dei prossimi decenni del Paese, dopo un lockdown di mesi, dopo l’estate e insieme a votazioni regionali e comunali. In queste condizioni il dibattito pubblico sul Referendum è stato praticamente azzerato. Nelle ultime settimane di micro-dibattito i sondaggi hanno sempre visto il NO crescere. Sarà un caso?
- La concomitanza con le elezioni regionali determinerà un’affluenza al voto diversa nelle diverse regioni. Per esempio Lombardia e Piemonte, dove non si vota per le regionali, vedranno meno votanti al Referendum di Puglia e Campania. Guarda caso i CinqueStelle hanno roccaforti in Puglia e Campania, mentre al Nord contano come il due di picche
-
-
OGGI NON ABBIAMO UN BICAMERALISMO PERFETTO, ma un monocameralismo a turno.Quasi tutte le leggi oggi vengono approvate da una delle due Camere e poi passano all’altra “blindate”. La seconda Camera le approva in poche ore senza cambiare neanche una virgola. E’ la stessa cosa che accadrebbe se si estraesse a sorte quale delle due Camere deve approvare una legge. In pratica è come vivere in DUE Repubbliche: la Repubblica-C, governata dalla Camera, e la Repubblica-S governata dal Senato. La prima avrà un Parlamento di 400 eletti (uno ogni 150.00 elettori), la seconda di 200 (uno ogni 300.00 elettori). Nessuna delle due “Repubbliche” raggiungerà il minimo di parlamentari dei 27 Paesi europei
-
NON È VERO CHE “SI COMINCIA COSÌ POI ARRIVERANNO ALTRE RIFORME” Con una Camera di solo 400 eletti nessuno proporrà mai di abolire il Senato o trasformarlo in un’istituzione con funzioni diverse dalla Camera. Tagliare i parlamentari significa ostacolare e le minoranze, oltre ai giovani e alle donne.
Significa anche aumentare il potere delle segreterie dei partiti. Ogni parlamentare sarà più “prezioso” e verranno messi in lista solo i più ubbidienti.
Con pochi eletti le campagne elettorali saranno più costose e solo pochi candidati potranno permetterselo. Sbaglio o si chiamava Kasta?
Per questi motivi voterò NO. Perderò? E’ probabile, ma almeno i miei nipoti non mi accuseranno di non avere fatto nulla per evitare che il loro Paese (quello da cui saranno partiti prima di emigrare) si trasformasse in una caricatura della Democrazia. Una caricatura governata da un viziato burattinaio ereditiero che si crede uno Steve-Jobs all’Amatriciana. Sarò pure un vecchietto fuori moda, ma sono rimasto della vecchia idea che la Costituzione non si baratta per un piatto di lenticchie…