tutti per uno uno per tutti – di Augusto Vegezzi

Cosa c'è di più francese dei Tre Moschettieri? E quindi, cosa c'è di più francese di Alexandre Dumas?

Eppure non tutti sanno che Dumas era un uomo di colore, come si direbbe oggi, o un mulatto come si diceva un tempo, o un meticcio, il prodotto di una risorsa, come direbbero alcuni mentecatti oggi.

Già, perché il padre, un generale della Rivoluzione Francese, era figlio di un marchese e di una schiava nera di Haiti, talmente fiero della sua discendenza che rinnegò l'altisonante nome paterno per il soprannome della madre, Marie du mas, "della masseria".

Fiero del suo retaggio era anche Alexandre stesso, di cui si racconta che nel corso di una disputa con un mentecatto dell'epoca che gli disse, con l'intenzione di offenderlo: "mio caro maestro, dovete ammettere di essere un nero, con tutto quel sangue nero che scorre nelle vostre vene!", rispose senza scomporsi: "Ma certamente. Mio padre era mulatto, mia nonna nera e mio bisnonno una scimmia. Come vedete, signore, la mia famiglia comincia dove la vostra finisce."

Come vedete, signori mentecatti che andate dicendo che la Coppa del Mondo è stata vinta dall'Africa, non conta da dove viene il sangue che scorre nelle vene per appartenere a una nazione, ma quanto si è capaci di dare per renderla grande (possibilmente senza spargere sangue).

Uno per tutti, tutti per uno!