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1974-1976: la parabola di AO — 12 commenti

  1. Condivido, siamo cambiati, e credo in meglio, ma quella speranza, sogno, illusione, ognuno la declini come gli pare, e’ stata una grande e bella esperienza.
    Ed il sentimento che si prova verso quel tempo e persone, e’ ormai cosi maturo da vivere con distacco le delusioni, e con realismo il giudizio, senza dimenticare due fattori essenziali: abbiamo tanto studiato e abbiamo imparato a giudicare autonomamente.

  2. Dopo cinquant’anni dal periodo in cui l’impegno politico da studente in A.O.(ricordo di aver intravisto Claudio Cereda barbuto a Roma al Brancaccio, ottobre 1974) era il pane quotidiano, attraversate parecchie esperienze di vita, professionali(lavoratore autonomo/dipendente privato/dipendente pubblico, ecc.) ma anche ripartendo decenni dopo con pragmatismo per cambiare ciò che ritenevo possibile a partire dal Comune, come consigliere comunale, ecc. sono giunto a credere — da pensionato, libero pensatore — che :
    – le utopie della fase giovanile rivoluzionaria erano di per sé irrealizzabili, ma mi chiedo (e vi chiedo) di confermare ex post quanto estranea a noi stessi fosse la socialdemocrazia, per non parlare del P.C.I con cui toccava combattere anche in famiglia con padri stalinisti …
    – più passa il tempo e più vedo lo smarrimento di molti giovani di oggi che tra aperitivi e smartphone hanno perso la valenza dell’agire collettivo. La parola “noi” che ci ha a suo tempo inebriato non esiste più, domina un io frastornato che si lagna perché “fa una vita di m….”, ma resta lì inerte.
    Concludo con questa citazione che sa di amarcord : è il viaggio e non la meta ciò che conta….

    • caro Ezio, condivido molto la tua chiusa sul viaggio.
      Ciò che vediamo dei giovani è parte del mutamento indotto dalle nuove tecnologie; magari ci fa un po’ ribrezzo perché siamo cresciuti in un mondo diverso, ma i vecchi, e noi lo siamo, hanno sempre applicato la massima del si stava meglio quando si stava peggio.
      Io sono ottimista e continuo a credere nella scuola cui ho dedicato tutta la mia vita, molto più del tempo dedicato ad AO.

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