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ripensando a Corrado e al Covid — 17 commenti

  1. Sembra incredibile ma è invece è drammaticamente vero!Oggi venerdi 17  alle ore 9,00 è morto il nostro compagno Corrado Lamberti ucciso dal coronavirus.Non avremmo mai pensato ad una fine cosi crudele, tanto meno per lui, combattente nato.
     Era ricoverato da circa due settimane all’ospedale di Gravedona e fino a pochi giorni fa sembrava che le cose procedessero bene anche se molto lentamente e, invece, no!Alla fine del calvario, dopo avere superato la polmonite i polmoni si sono rivelati talmente compromessi da non essere più riattivabili e Corrado è morto in clinica da solo, come tutti i morti da COVID-19.
    Corrado dal sorriso contagioso, Corrado il generoso che non si arrendeva mai di fronte alle difficoltà, Corrado l’ astrofisico uno dei figli di Occhialini; Corrado il fido di Flavio, il compagno che sapeva dare tranquillità e fiducia anche nei momenti di difficoltà, con una battuta e un sorriso.Con Raul e sotto la vigile sorveglianza di Flavio, erano i custodi del nostro piccolo forte, di fisica, di chimica, delle aule nuove…, di quel territorio che ci ha visti ingenui protagonisti di un sogno ormai tramontato.
    Corrado è morto e   in questa situazione niente possiamo fare per ricordarlo.Però lo faremo appena questo incubo sarà  passato e lo faremo in forma pubblica al suo paese natio nel cui cimitero le sue ceneri saranno tumulate.
    Ciao Corrado la vita passata è stata intensa e bella, non dimenticheremo il tuo sorriso
    Per il CDA
    Lupo, Bruno, Guido, Amelia, Flavio, Franco, Basilio, Salvatore

  2. Questa pestilenza sembrava una cosa remota, fatta di notizie televisive, commenti di sapienti e di vesciche gonfiate, una sorta di vacanza obbligata per alcuni tra cui me stesso dove la morte  era una teoria di camion militari all'alba con  lo stesso impatto emotivo di un documentario sulla Cambogia di Pol Pot.
    Ora mi dici di Corrado e cambia tutto. 
    Mi suona  stupido, incredibile e inaccettabile ma la morte di Corrado sembra gridare che quello che volevamo essere e imporre sia stata una utopia.
    Devo trovare la forza di pensare che non è vero.
    Ciao
    E.

  3. Carissime/i,
    oggi, dopo aver combattuto per quasi 7 settimane contro il COVID 19, ci ha lasciato Corrado Lamberti in Tremezzina sul Lago di Como.
    Impegnato in molte lotte del Movimento Studentesco del ‘68 a Milano, impegnato attivamente con i Partigiani Comaschi e nell’Amministrazione Pubblica dell’Alto Lago, seguiva Medicina Democratica attraverso la rivista. Parlando con Fulvio, era nata l’idea di realizzare una nuova sede di MD sempre nella zona di Como.
    Astrofisico e docente per una vita, per oltre 20 anni ha diretto la rivista “l’Astronomia” con Margherita Hack e successivamente, sempre insieme, la rivista “Le Stelle”.
    Da astrofisico impegnato ha scritto molti libri: “Il Bosone di Higgs”, “Capire l’Universo”, e altri ancora tra cui “Viva Margherita”, per la Grande Maestra Margherita Hack.
    Tutto ciò seguito da numerosi interventi su giornali e riviste, nonché conferenze sulla fisica dell’universo e le prospettive di conoscenza possibili.
    L’ha sempre contraddistinto una gentilezza d’animo unita ad un forte e chiaro senso di giustizia.
    E’ sempre stato un attivo promotore delle iniziative legate al 25 aprile e alla Liberazione.
    Amava viaggiare e conoscere, e con la sua Giusi ha potuto vedere molti Paesi, soprattutto per osservare ricorrenze di fenomeni stellari.
    Il COVID 19 l’ha ucciso e, insieme al COVID 19, sono stati letali i ritardi nelle cure appropriate all’inizio, compresa la mancanza di tampone per individuare in tempi stretti la malattia, il peggioramento continuo, l’assenza del posto letto in terapia intensiva, se non alla fine, quando ormai il virus aveva completato la sua opera. Corrado aveva 72 anni e prima era in buona salute.
    Non potrà partecipare alle prossime battaglie per avere una sanità pubblica ospedaliera e una medicina di base adeguate, ma resterà tra gli oltre 20.000 morti italiani a causa del coronavirus e della mancanza di risposte sanitarie adeguate.
    Personalmente per l’affetto e la stima che avevo e che ho per lui, sono molto addolorata,
    Laura Valsecchi (direttivo Medicina Democratica)

  4. Cari amici,
     
    scrivo dalla Tremezzina dove risiede mio marito e dove abitava Corrado. Ho saputo della sua morte ieri mattina dal giornalaio. Ne parlavano le persone del paese con grande commozione e rispetto per una persona “per bene”. Mi sono sentita morire anch’io perchè avevo letto il suo ultimo post su Facebook scritto dall’ospedale di Gravedona, con la foto di un budino, il giorno 5 aprile. Dice così: “Da ieri mio figlio Lucio è Ordinario al Politecnico di Milano. COVID voleva fregarmi: fin lì gli è andata male (foto ricordo dall'ospedale sul budino: ci sono ancora!)”
     
    Abbiamo perso un amico e compagno, uno studioso capace di parlare alla gente. Un astrofisico che quando parlava del cielo lo faceva con rigore scientifico e poesia della bellezza. Ricordo il suo lavoro e l’amicizia con Margherita Hack di cui ha scritto nel suo “Viva Margherita”, la direzione delle riviste “Astronomia” e “Le stelle”. Il riconoscimento, nel 1999, dell’Unione Astronomica Internazionale che  lo aveva onorato «per i meriti acquisiti in vent’anni d’attività nella diffusione della conoscenza astronomica in Italia» attribuendo il suo nome al pianetino 1985 TB1, rinominato 6206 Corradolamberti. E tanto altro ancora. Corrado antifascista, combattente in servizio permanente per libertà, democrazia, giustizia sociale, si era battuto negli ultimi anni perchè la Tremezzina ricordasse degnamente, anche nella sua topografia, i suoi caduti per la libertà e aveva fatto intitolare due vie a Margherita Hack e a Rita Levi Montalcini. L’ultima volta che l’ho incontrato in biblioteca mi ha regalato il suo libro “La battaglia di Tremezzina. Uomini e fatti della Resistenza nel Centro Lario nel 70 anniversario del fatto d’armi del 3 ottobre 1944, a Lenno”. Con la dedica “Alla compagna Sara, con simpatia. Corrado”. Ho sorriso: aveva scritto “compagna”, una parola antica, ormai usata solo in modo negativo, che su quella pagina ritrovava il valore dei nostri gesti e dei nostri ideali condivisi. Io gli ho fatto avere il mio “Scienziate nel tempo” con l’idea di fare insieme una conferenza. Ora il tempo non c’è più.
     
    Vi abbraccio forte in questo momento orribile da cui non credo usciremo migliori.
    Sara

  5. In ricordo di Corrado Lamberti di Cecco Bellosi
    Corrado
    Portato via da questo virus cieco, invisibile e infido, è morto Corrado Lamberti. Amico e compagno di sempre. Ci eravamo conosciuti al liceo, ma soprattutto sulla corriera, quella comunità vivace di ragazzi e ragazze che ci portava ogni giorno dai paesi della Tremezzina a Como. Con Corrado condividevo la simpatia reciproca, ma anche la precoce passione politica. Aveva un anno più di me: lui era il fratello saggio e riflessivo, io quello impulsivo e un po’ scapestrato. Ma proprio questa diversità ci avvicinava in una tenerezza che non avremmo mai perso. 
    Fino a oggi.
    All’università lui si era iscritto a Fisica ed era entrato in Avanguardia operaia; io a Filosofia ed ero entrato in Potere Operaio. Ma la nostra amicizia ci aveva portato, sul Lago, a fondare la Sinistra Rivoluzionaria Tremezzina, una delle nostre più belle avventure, coinvolgendo un centinaio di ragazzi e ragazze del Lago, ma anche personaggi tipici della nostra terra come il Titti e il Barba, grandi artisti decoratori. Abbiamo inventato lotte piene di fantasia come gli scioperi a gatto selvaggio a Villa Carlotta; ci si ritrovava in vivaci riunioni che terminavano con l’immancabile polenta e con l’ancora più immancabile vino accompagnati dai coinvolgenti canti popolari; ma per un decennio l’iniziativa più importante è stata la manifestazione antifascista di massa il 28 aprile, a impedire l’arrivo dei fascisti a Giulino di Mezzegra.
    Che rimanevano chiusi nelle loro tane, impossibilitati a farsi vedere.
    Di quel periodo, Corrado ha sempre custodito gelosamente la bandiera.
    In quegli anni si è sposato con la Giusi, la sua morosa di sempre, dai tempi della corriera: hanno condiviso tutto, dall’inizio alla fine, in una storia di un’intensità coinvolgente. Il loro è stato uno dei primi matrimoni civili dalle nostre parti e avevano voluto che a celebrarlo fosse mio papà.  
    Poi i nostri destini si sono divisi: Corrado è diventato uno dei più importanti astrofisici italiani, direttore di riviste come “Astronomia” e “Le Stelle”, collaboratore, forse il più stretto, di Margherita Hack. Di contro, io cercavo di sopravvivere nelle peggiori galere, ma la nostra amicizia non si è mai interrotta, neanche in quel periodo. Corrado ha continuato a scrivermi, a mandarmi libri, quando è stato possibile mi è venuto a trovare. Mi ha chiesto di scrivere qualche articolo per “Astronomia”, a me che con la fisica avevo sempre avuto un divieto di incontro. Ricordo però che accompagnava i miei temerari scritti con gli acquerelli di un mio compagno detenuto, di cui diceva: «Quei dipinti sono intrisi di universo».
    Corrado è stato, o meglio, è una persona di grande spessore, da tutti i punti di vista. Dal punto di vista umano, è sempre stato generoso, attento, disponibile; dal punto di vista scientifico, un astrofisico di valore internazionale, senza mai atteggiarsi a primo della classe, anche se lo era; dal punto di vista politico, non ha mai smesso di battersi per tutta la vita per il bene comune. Capace di unire questi tre aspetti, come nel viaggio organizzato presso il popolo Saharawi: una missione scientifica, umanitaria, politica.
    Corrado è stato un vero galantuomo, verrebbe da dire con un termine un po’ desueto, ma che gli si addice come un vestito perfetto. Se c’è una cosa che gli ho sempre rimproverato, è una virtù: quella di essere troppo buono.
    Una volta fuori, ci siamo ritrovati e non ci siamo più persi. Fino all’ultima avventura comune nella Cruna del Lago, l’associazione sorta per contrastare la speculazione edilizia sulla nostra terra.
    L’anno scorso è andato a far lezione nella scuola di mio nipote, così come ha fatto in decine di scuole elementari, con le maestre commosse per l’entusiasmo che sapeva trasmettere nell’incontro con i bambini, per la loro curiosità autentica nel conoscere il cielo stellato. 
    L’infinito.
    Poi il suo ricovero: la preoccupazione in questi giorni si è alternata alla speranza. 
    Ieri sera il virus si è portato via il mio amico Corrado.
    Di cui dimenticavo un’altra passione comune e di sempre per l’unica squadra di Milano, quella che per noi si è sempre chiamata Internazionale.
    Cora, ti siano lievi le tue stelle.
    Cecco Bellosi

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